Pubblicato il 27 Settembre 2023
Lo ha stabilito la Corte costituzionale, che ha esaminato la questione di legittimità sollevata dal Gip del Tribunale di Roma in relazione alla celebrazione del processo per il sequestro e l’omicidio del ricercatore.
In attesa che i Giudici depositino le motivazioni della sentenza, la Consulta precisa che “la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che il giudice procede in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura definiti dall’art. 1, comma 1, della Convenzione di New York contro la tortura, quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, è impossibile avere la prova che quest’ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo, fatto salvo il diritto dell’imputato stesso a un nuovo processo in presenza per il riesame del merito della causa”.
“Grande soddisfazione sicuramente per la possibilità di celebrare un processo secondo le nostre norme costituzionali che restano il faro del nostro lavoro. Per il resto aspettiamo le motivazioni per vedere come procedere sperando di trovare la parte civile al nostro fianco nelle fasi successive”, ha commentato il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi.