Gkn, Fiom: “Governo apra tavolo”; il collettivo di fabbrica: “di nuovo in piazza”

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Gkn: hanno fatto scalpore i tanti licenziamenti ricevuti per email. Posto che l’azienda di Campi Bisenzio non è tornata sul suo proposito, la polemica non si seda.

Gkn, Fiom: “non ha prezzo un intero territorio”

Ecco quanto dichiarato in una nota congiunta da Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze: “La Gkn ha confermato che intende mantenere la procedura di licenziamento provando a dividere le istituzioni, i sindacati ed i lavoratori e aprendo ad una sorta di ‘mercanteggiamento’.
Non tutto si può comprare e vendere: non ha prezzo un intero territorio che sta difendendo lo stabilimento Gkn e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, compresi quelli dell’indotto.
Nutriamo dubbi sulla correttezza della procedura di licenziamento aperta dall’azienda e pertanto, come Fiom, abbiamo presentato ricorso al Tribunale di Firenze.

La cassa integrazione per cessazione di attività non è lo strumento adatto ad uno stabilimento che è nelle condizioni continuare a produrre”.

Ieri, il viceministro allo Sviluppo economico Alessandra Todde, durante il tavolo che si è svolto in Prefettura a Firenze sulla vicenda dei 422 licenziamenti, aveva proposto 13 settimane di Cig. Se Gkn non dovesse accettare, il Governo potrebbe decidere di esercitare pressioni su Stellantis.

Todde aveva dichiarato: “Attualmente ci troviamo davanti a un gruppo che ha preso una decisione. Ma la cosa che oggi è emersa netta è che tutte le istituzioni governo, regione, istituzioni, locali città metropolitana il sindaco di Campi Emiliano Fossi che è qua con me hanno risposto alla stesso modo, insieme alle parti sociali. Noi siamo compatti e continueremo con le azioni che stiamo portando avanti. Io credo che questo tipo di sospensione sia un elemento di distensione rispetto anche alla potenzialità dell’azione che sicuramente è stata vista”.

Fiom: “Non staremo fermi”

Continua la Fiom: “La legge permette di utilizzare altri strumenti a costo zero per l’azienda: è disponibile la cassa integrazione speciale per 13 settimane per evitare situazioni di ricatto per le lavoratrici e i lavoratori. Il confronto si potrà avviare solo quando sarà ritirata la procedura di licenziamento.  Non trattiamo sotto il ricatto di un interlocutore che vuol decidere a che tavolo trattare e su quali argomenti e non discuteremo di mitigazione dell’impatto sociale, non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo stavolta. Non staremo fermi, utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per evitare questo atto irricevibile da parte della Gkn.
La Regione Toscana ha parlato di strumenti straordinari. Il Governo deve mettere in campo strumenti straordinari per governare la transizione industriale nel settore automotive fermando i licenziamenti. Occorre che il Governo coinvolga le aziende per cui Gkn di Campi Bisenzio produce, Volkswagen e Stellantis, per salvaguardare la componentistica ed i lavoratori di tutta la filiera in Italia. Il fondo ed il management stanno licenziando i lavoratori e sfidando l’intero nostro Paese a partire dai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro. È necessario che dinnanzi all’attacco agli interessi del Paese, il Presidente del Consiglio apra il tavolo a Palazzo Chigi come previsto dal monitoraggio nell’avviso comune“.

Gkn, Collettivo di fabbrica: “il punto rimane il ritiro dei licenziamenti”

Il Collettivo di fabbrica si è espresso in questo modo: “Non crediamo ci sia nessuna reale apertura da parte di Melrose. Ma solo un tentativo di prendere tempo, di studiare la prossima trappola, di valutare come sottrarsi alla pressione mediatica e di gettare sabbia negli ingranaggi di una mobilitazione che non accenna a fermare la propria espansione. L’azienda ha ribadito più volte l’irreversibilità della distruzione dello stabilimento. E a maggior ragione la mobilitazione non deve rallentare di un millimetro il proprio cammino. Al contrario. E’ proprio di fronte a queste manovre che deve riemergere con più forza la nostra determinazione. Il punto rimane il ritiro dei licenziamenti e la continuità produttiva dello stabilimento. Qualsiasi altra proposta regge se subordinata a questa prospettiva e allo sviluppo della nostra mobilitazione. Fuori dalla mobilitazione non c’è salvezza.

Le decisioni, le mail, le affermazioni di Gkn-Melrose sono uno schiaffo all’intero territorio, uno schiaffo a tutti coloro che sono insorti in difesa dello stabilimento. E siamo chiamati tutti a reagire. E a farlo l’11 agosto sera, nella giornata della liberazione di Firenze. Da un lato un fondo finanziario che reclama uno stabilimento per distruggerlo e incassare il rialzo borsistico. Da un lato un intero territorio a guardia di 500 posti di lavoro, di uno stabilimento costruito da decenni di storia operaia e professionalità. Gli avvocati faranno le valutazioni legali. Noi qua possiamo fare altre valutazioni: quelle sulla legittimità sociale. (…) Nonostante agosto, il caldo, le ferie, la stanchezza, torniamo a insorgere. Con orgoglio, rabbia e dignità. L’abbiamo già fatto anni fa. Suoniamo la Martinella, perché c’è da andare in guerra e liberarsi. Mercoledì 11 agosto, concentramento alle ore 20 e 30 in Piazza della Signoria, lato Arengario”.

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Isabella Lopardi

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