Pubblicato il 19 Settembre 2023
Nicola Gratteri, fresco di nomina come Procuratore di Napoli, in un’intervista al Fatto Quotidiano oggi commenta il suo nuovo incarico ma, parla anche di politica. Gratteri spiega che il governo lo ha deluso perché – a sua detta – ha tradito gli impegni sulla riforma Cartabia. Mentre sul campo della lotta alla camorra, sostiene che “il metodo di lavoro e gli strumenti investigativi sono gli stessi. Ovviamente ciascuna organizzazione ha le sue peculiarità. Quando si cambia Ufficio occorre colmare un fisiologico deficit di conoscenza sul territorio in cui si arriva. Metterò a disposizione la mia esperienza maturata in altri contesti, confrontandomi con quella dei colleghi”.
Gratteri, parlando della sua nomina, si dice non sorpreso delle divisioni del Csm: “Ho ascoltato il dibattito e ho apprezzato molto quegli interventi che hanno valorizzato dati oggettivi, senza farsi condizionare da ricostruzioni parziali dell’istruttoria”.
E a chi lo accusa di essere un ‘magistrato-sceriffo’, risponde così: “Non ho mai capito cosa vuol dire. Ho sempre lavorato con il codice in mano. Indagini-show per attirare visibilità? Rispondo con le sentenze. Le cosiddette operazioni show stanno ottenendo conferme in primo grado, appello e Cassazione”.
Gratteri, sui rapporti con il centrodestra afferma di non essere legato a nessuno: “Non faccio il tifo per questo o quel governo. E, sul decreto Caivano? “Se non si fanno riforme serie per velocizzare i processi e per dare certezza della pena, le cosiddette ‘svolte securitarie’ rimangono sulla carta. Mi aspettavo cambiamenti radicali della riforma Cartabia, visto che gli esponenti di FdI più volte avevano precisato, in campagna elettorale, di non aver votato e sostenuto questa riforma che sta creando solo problemi e una malagiustizia a tutti i livelli”.