Marco Vizzardelli è stato fermato dalla Digos dopo aver urlato, al termine dell’inno di Mameli. La Questura di Milano risponde: identificazioni non per frase ma per garantire sicurezza”. Parte una campagna social del Pd: “Identificateci tutti”.
Infuria la polemica su quello che è accaduto alla Prima della Scala di Milano ieri: Marco Vizzardelli, giornalista 65enne, è stato identificato dalla Digos dopo aver urlato “Viva l’Italia antifascista” subito dopo l’esecuzione dell’inno di Mameli.
Esperto di equitazione e frequentatore assiduo del teatro, Vizzardelli ha raccontato ai media che quando lo hanno fermato, in quattro, lui l’ha “buttata sul ridere”, spiegando che “avrebbero dovuto arrestarlo se avesse detto ‘viva l’Italia fascista’”. “Si sono messi a ridere anche loro, ma mi hanno detto che dovevano fare così. E quindi mi hanno fotografato la carta d’identità”, ha detto il giornalista.
In una nota la Questura di Milano spiega che “l’identificazione dei due spettatori presenti in galleria è stata effettuata quale ordinaria modalità di controllo preventivo per garantire la sicurezza della rappresentazione. L’iniziativa non è stata assolutamente determinata dal contenuto della frase pronunciata, ma dalle particolari circostanze, considerate le manifestazioni di dissenso poste in essere nel pomeriggio in città e la diretta televisiva dell’evento che avrebbe potuto essere di stimolo per iniziative finalizzate a turbarne il regolare svolgimento. La conoscenza dell’identità delle persone ha consentito, infatti, di poter ritenere con certezza l’assenza di alcun rischio per l’evento”.
L’hashtag #VivalItaliaAntifascista è diventato virale, sul profilo X del Partito democratico, in segno di solidarietà si legge: “Continueremo a gridarlo, ovunque. Anche se non piace a Salvini. E adesso identificateci tutte e tutti”. Diversi esponenti dem, da Debora Serracchiani ad Arturo Scotto, passando per Marco Furfaro, hanno aderito all’iniziativa twittando “Viva l’Italia antifascista” con nome, cognome, luogo e data di nascita.
Sull’accaduto è intervenuto il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. “Mi auguro che il motivo che ha portato agenti della Digos ad identificare chi ha gridato ‘Viva l’Italia Antifascista’ alla Scala ieri sera, sia perché il questore e il prefetto di Milano intendono ringraziare quel cittadino per aver reso omaggio alla Costituzione”, ha scritto su Twitter il parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. Fonte Adnkronos
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