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Gruppo Wagner

Il gruppo Wagner si rivolta contro la Russia: “Basta, nostri uomini al macello”

Pubblicato il 5 Maggio 2023

“Dove sono le munizioni?”.

Il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, denuncia in un video la forte carenza di munizioni di cui soffre la sua milizia, e accusa i vertici militari russi della morte dei suoi mercenari sul campo di battaglia.

Gruppo Wagner

Nel video sul canale Telegram del suo servizio stampa, riporta Ukrainska Pravda, Prigozhin dichiara di soffrire “una carenza di munizioni del 70%”, e si scaglia contro la leadership dell’esercito regolare russo accusando il capo di Stato Maggiore delle forze armate, Valery Gerasimov, e il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, della morte dei suoi uomini.

Nel video, il capo di Wagner, in piedi di fronte ai corpi di dozzine di quelli che sostiene essere i suoi combattenti uccisi nella guerra della Russia con l’Ucraina, lancia una sfida carica di imprecazioni alla leadership militare russa.

“Shoigu, Gerasimov, dove sono le munizioni?” dice Prigozhin, chiamando il ministro della Difesa russo e il capo delle forze armate russe. “Il sangue è ancora fresco”, accusa indicando i corpi dietro di lui. “Sono venuti qui come volontari e stanno morendo così potete star seduti come gatti grassi nei vostri uffici di lusso.”

Il 10 maggio, un giorno dopo l’anniversario della vittoria sul nazismo, la Wagner si ritirerà da Bakhmut, cedendo le sue posizioni all’esercito russo, ha annunciato Prigozhin.

Prigozhin ha diffuso quest’ultima dichiarazione appunto poche ore dopo avere postato sui suoi canali Telegram un video in cui mostrava decine di cadaveri di combattenti della Wagner stesi a terra e si scagliava con insulti pesanti contro il ministro della Difesa Serghei Shoigu e il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov.

Ora il fondatore della Wagner si rivolge ancora a Shoigu e Gerasimov affermando: “Annuncio ufficialmente che i miei ragazzi non sopporteranno perdite a Bakhmut senza munizioni. Pertanto, dal 10 maggio, lasciamo la città. Ci mancano ancora solo due chilometri, ma se non volete dare ai russi una vittoria con la conquista di Bakhmut, questi sono problemi vostri”.

Prigozhin fa poi una cronistoria delle azioni della Wagner nel conflitto. Il 16 marzo del 2022, scrive, “quando l’operazione militare speciale non è andata secondo i piani”, i vertici militari hanno chiesto l’aiuto della compagnia privata, che tre giorni dopo ha fatto rientrare dall’Africa le sue prime unità. Alla fine dell’estate dell’anno scorso, dopo la ritirata dei russi dalla regione di Kharkiv, i miliziani della Wagner hanno occupato una linea sul fronte lunga oltre 130 chilometri.

Poi, afferma ancora Prigozhin, l’8 ottobre hanno avviato l’operazione ‘Bakhmut tritacarne’ con lo scopo di “attirare le forze ucraine su se stessi e dare così tregua all’esercito” di Mosca.

Tuttavia, prosegue Prigozhin, un mese fa i wagneriani hanno smesso di ricevere munizioni e questo è diventato un ostacolo per la conquista di Bakhmut, che il fondatore della compagnia aveva pianificato per il 9 maggio. Ora Prigozhin dice che, solo per rispetto per l’anniversario della vittoria, la Wagner rimarrà ancora a Bakhmut fino al 10 maggio. “Poi – aggiunge – andremo nei nostri accampamenti arretrati e lì aspetteremo fino a quando il popolo russo avrà di nuovo bisogno di noi”.