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Hamas, il terrificante racconto di un ostaggio liberato: “Donne vestite come bambole e stuprate. Potrebbero essere incinte”

Pubblicato il 24 Gennaio 2024

Sono vere e proprie storie dell’orrore quelle che ha raccontato Aviva Siegel, rilasciata dalla prigionia di Gaza dopo 51 giorni, alla Knesset, il parlamento monocamerale di Israele. La donna è stata liberata, mentre il marito è ancora ostaggio di Hamas insieme ad almeno un altro centinaia di persone secondo l’intelligence israeliana. 27 ostaggi invece, rapiti nel terribile raid del 7 ottobre, sarebbero morti.

La denuncia di Aviva Siegel: “Crimini orribili a Gaza, siamo stati abbandonati”

Come hanno scritto i giornali locali, Aviva ha parlato alla Kessnet su invito di una parlamentare davanti al gruppo per le vittime di violenza sessuale o di genere. C’erano familiari di persone ancora in mano ad Hamas, mentre non c’era nessun ministro della coalizione di estrema destra al potere.

L’ennesimo schiaffo che Dor, sorella di Doron Steinbrecher, non ha accettato: “Siamo stati abbandonati il 7 ottobre – ha tuonato – e ci lasciano soli ancora una volta. Come osano non partecipare a questi incontri?”.

Poi è arrivata l’agghiacciante testimonianza della Siegel, che ha raccontato di aver visto i loro carcerieri portare alla donne “vestiti inappropriati, da bambole. Presto saranno passati quattro mesi da quando sono state sequestrate e non c’è stato un giorno in cui non abbiamo subito un abuso. Anche i maschi stanno ricevendo gli stessi trattamenti”.

Al fianco di Aviva la figlia Shir, che ha aggiunto: “Sono qui in quanto donna e per sostenere mia madre. Le storie che mi ha raccontato sono estreme, non avete idea di che cosa succeda laggiù. Le ragazze vengono violentate, non abbiamo più l’opzione di restare seduti qui a parlarci educatamente”.

Furiosa anche Shani Yerushalmi, sorella di Eden, una delle tante ragazze rapite al festival rave nel deserto: “Non si rendono conto che il tempo conta per tutti i catturati e ancora di più per le donne? Il premier e i ministri non si preoccupano del fatto che torneranno incinte e passato il limite per interrompere la gravidanza?”.

Le trattative per liberare gli ostaggi

I parenti dei prigionieri hanno chiesto al primo ministro Benjamin Netanyahu di accettare qualunque prezzo e qualsiasi condizione per liberare gli ostaggi. Intanto in questi giorni sono arrivati al Cairo i mediatori statunitensi per discutere del rilascio degli ostaggi con gli egiziani e gli inviati del Qatar.

Le parole di John Kirby, portavoce del consigliere per la Sicurezza nazionale, non lasciano ben sperare in quanto si è parlato di “colloqui seri e sobri”, ma “non veri e propri negoziati”. Secondo quanto riferito dall’agenzia Ap il governo di Israele avrebbe proposto ai capi di Hamas una tregua di due mesi e la scarcerazione di detenuti palestinesi in cambio degli ostaggi, offerta che però è stata rifiutata.

Hamas chiede infatti che l’esercito israeliano si ritiri dalla Striscia prima di avviare qualsiasi trattativa, per poi inviare un messaggio eloquente: “L’obiettivo di eliminarci è un’illusione”.