Il sindacato Sag-Aftra proclamerà ufficialmente la mobilitazione questa mattina e venerdì le star del piccolo e grande schermo si uniranno ai colleghi scrittori nei picchetti che da inizio maggio paralizzano l’industria dello spettacolo statunitense.
Sarà il primo sciopero degli attori contro l’industria cinematografica e televisiva dal 1980 e la prima volta che attori e sceneggiatori incrociano le braccia contemporaneamente dal 1960, quando a capo dell’ordine degli attori (che allora si chiamava Screen Actors Guild) c’era Ronald Reagan.
“Dopo più di quattro settimane di trattativa, l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp), l’associazione che rappresenta i principali studi di produzione e di streaming – tra cui Amazon, Apple, Disney, NBCUniversal, Netflix, Paramount, Sony e Warner Bros Discovery – non si è mostrata disponibile a offrirci un accordo equo”, si legge nel comunicato della Sag-Aftra, l’ordine che riunisce circa 160.000 attori.
Di segno opposto, ovviamente, il comunicato rilasciato dagli Studios verso l’1 di notte, appena il tavolo è saltato: “Siamo profondamente delusi dal fatto che la Sag-Aftra abbia deciso di abbandonare la vertenza. È stata una scelta del sindacato, non nostra. Ha respinto la nostra offerta di un aumento storico dello stipendio minimo e dei diritti d’autore, tetti molto più alti ai contributi pensionistici e sanitari e una protezione rivoluzionaria dall’intelligenza artificiale”.
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