Pubblicato il 13 Giugno 2020
Intervenuti in diretta durante la puntata di ieri di Propaganda Live su La7, i genitori di Giulio Regeni hanno espresso il loro giudizio a proposito dell’approvazione da parte del Governo italiano della vendita di due fregate all’Egitto.
“Qual è la vostra reazione? E se vi sentite traditi in qualche modo e da chi eventualmente?” chiede il conduttore, Diego Bianchi. “La risposta è molto chiara, – dice il padre di Giulio – non possiamo certo sentirci traditi dall’Egitto dopo tutto quello che hanno fatto a nostro figlio e dopo quattro anni e mezzo di menzogne e di depistaggi. E che cos’altro potevamo aspettarci in termini di tradimenti dall’Egitto? In verità è il fuoco amico che fa male e ci amareggia.”
“Uno non si aspetta di dover lottare contro il proprio Stato per ottenere verità e giustizia – aggiunge Claudio Regeni – E invece è proprio lo Stato italiano che ci ha traditi, la prima volta il 17 luglio del 2017 quando ha rinviato l’ambasciatore al Cairo e adesso con la vendita delle armi all’Egitto, che è un tradimento non solo per noi ma per tutti gli italiani, per le persone che credono nell’inviolabilità dei diritti e nella giustizia”.
“Non intendiamo più farci prendere in giro ulteriormente dall’Egitto – prosegue il padre di Regeni – e non si pensi che basterà inviarci quattro cianfrusaglie, indumenti vari e chiacchiere o carte inutili. Non ci accontenteremo più di atti simbolici, dopo quattro anni e mezzo il tempo è scaduto”. Poi prosegue: “Chiediamo invece e come minimo: 1) la risposta esaustiva a tutti i punti della rogatoria del 29 aprile 2019, che è rimasta totalmente priva di risposta. 2) la consegna delle 5 persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura Italiana il 28 novembre 2018 in modo che possano essere processate in Italia. I cinque sono tutti ufficiali della National Security. Quindi, finché noi non avremo ottenuto queste due cose ci sentiremo traditi.”
“Abbiamo visto e vissuto tanta ipocrisia – hanno aggiunto sul finire dell’intervista – e la vendita di questa due navi e le armi sono la ciliegina sulla torta. In questi 4 anni e mezzo abbiamo visto tante zone grigie in Egitto e in Italia. Noi abbiamo fiducia nella scorta mediatica, nelle migliaia di persone che ci seguono, nella Procura di Roma, negli investigatori” aggiungendo inoltre di avere “fiducia anche nel presidente della Camera, Roberto Fico, che oggi ci ha chiamati per dirci che sta con noi e per sapere come stiamo”.
L’avvallo del Governo per la vendita delle due navi da parte italiana all’Egitto è arrivato giovedì ma a seguire si sono alzate le polemiche, in primo luogo dal PD che ha fatto richiesta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di pronunciarsi pubblicamente per rendere i dettagli sull’operazione, nonché confermare l’impegno nel perseguire la ricerca della verità sull’omicidio di Giulio Regeni.
Fonti del Partito Democratico fanno sapere che la trattava commerciale con l’Egitto va separata dal caso della morte dello studente di Fiumicello e spiegano che durante il Consiglio dei Ministri il premier Conte avrebbe svolto un’informativa sull’operazione di vendita delle due navi e i Dem non avrebbero fatto opposizione. Sembra inoltre che prima di questo Cdm, in cui si è deliberato lo scambio commerciale, ci sia stato un incontro fra il segretario del PD Nicola Zingaretti, il vicesegretario di partito, i capigruppo e il capo delegazione.
Ciononostante nel partito continuano i malumori sulla vicenda. Matteo Orfini, ex presidente del partito, ha dato annuncio che lunedì presenterà alla direzione del PD un ordine del giorno per richiedere la cessazione della vendita di armenti all’Egitto. Ma alcuni dubbi si affacciano anche fra le file dei Cinque Stelle.
L’opposizione, con Matteo Salvini, coglie occasione per osservare che “il governo litiga pure sulle navi all’Egitto. – e ancora – Non so che tipo di trattative e di business sia in corso. Noto che litigano su tutto”. Forza Italia invece, per voce di Antonio Tajani, propone “una soluzione di equilibrio”. Dunque “il Governo deve pretendere la verità dall’Egitto sul caso Regeni, ma- si precisa – non possiamo bloccare la nostra industria di qualità. Dobbiamo tutelare la nostra industria e Fincantieri, continuando comunque a lavorare per scoprire la verità”.
Fermato dai giornalisti fuori da Palazzo Chigi e interpellato sulla questione il premier Giuseppe Conte afferma “Ho urgenza di riferire, riferirò appena possibile” in commissione d’inchiesta sul caso Regeni. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio invece dichiara alla Camera dei Deputati: “Resta ferma la nostra incessante richiesta di progressi significativi nelle indagini sul caso del barbaro omicidio di Giulio Regeni. Il governo e le istituzioni italiane continuano ad esigere la verità dalle autorità egiziane attraverso una reale, fattiva ed efficace cooperazione”.
Fonte: ANSA 12 giugno 2020 – 22:18