Pubblicato il 20 Agosto 2020
Li chiamano “nomadi digitali”, volete sapere chi sono? Se siete curiosi come me, sicuramente sì.
Oggi siamo sempre più reticenti a lavorare dietro una scrivania. Se ci capita il posto di lavoro fisso, entità assai rara al giorno d’oggi, per carità, la maggior parte di noi, non dirà sicuramente “no”: Però, e qui nasce il problema, ci giochiamo la nostra felicità. Perché lavorare è bello ma non lo è più quando siamo vincolati agli orari, ai luoghi e sostanzialmente a “timbrare il cartellino”. Ed ecco, perché sta veramente spopolando un nuovo modo di lavorare ma soprattutto, di vivere.
E’ quello stile di vita che viene portato avanti dai cosiddetti “nomadi digitali”, persone che hanno deciso di fare delle proprie passioni un modus vivendi et operandi.
Amano viaggiare e lavorare da qualsiasi luogo. In pratica hanno scelto di ridisegnare la vita in base a quelle che sono le proprie passioni ed i propri interessi. E già si definiscono, perciò, “pionieri di una nuova era”.
La loro ricchezza è costituita da due elementi fondamentali che, notoriamente, ci sfuggono dalle mani: tempo e mobilità.
E il valore aggiunto è dato dalla collaborazione e dalla condivisione. Perché questo è un elemento imprescindibile, non c’è la volontà né il desiderio di scavalcare gli altri, quanto piuttosto quello di aiutarsi reciprocamente mettendo al bando la “competizione esasperata”, che oggi, ci sta portando verso limiti estremi.
Lo strumento che li arricchisce e rende possibile tutto questo è il web, attraverso i social network e tutto ciò che li mette in connessione con il mondo. Perciò difendono con le unghie e con i denti la “rete” che, considerano il principale strumento di democrazia e libertà e l’accesso a internet, per loro, è e deve essere un diritto fondamentale.
Questa filosofia di vita si basa sul principio secondo cui le nuove tecnologie sono uno strumento per comunicare con il mondo e per diffondere le idee. Insomma, basta con la concezione che il male dell’ uomo viene da internet. E’ il modo attraverso cui si naviga nella rete a crearne il più bel posto di condivisione o l’inferno di chi si crea una vita irreale e parallela e non riesce a venirne fuori e a vivere la vita nel quotidiano.
Per i nomadi digitali la vita è bella, e viverla e raccontarla è una possibilità incredibile. Non credono nella ricchezza economica. Per loro esiste l’essenziale. Sono “minimalisti”: consumano di meno e creano di più.
Ogni giorno c’è qualcuno che viene rapito da questa filosofia e stravolge il proprio modo di vivere. Smette di fare quello che affrontava come un peso e si mette in gioco. Comincia a credere nelle sue capacità e mette a frutto le sue passioni per poi condividerle con il mondo.
Certo, ci vuole coraggio ma anche un immenso amore per la vita. Questa credo sia la chiave di lettura di questo nuovo modo di affrontare il quotidiano: amare quel che si fa e tradurlo in realtà.