I pompieri dell’11 settembre 2001, eroi senza volto

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L’11 settembre di 19 anni fa gli Stati Uniti vissero un incubo ad occhi aperti: l’attacco terroristico alle torri gemelle del World Trade Center. In pochi attimi si scatenò l’inferno: le fiamme, la gente in fuga, la polvere, il panico, l’incredulità e soprattutto la morte furono gli effetti collaterali di quel gesto vile, folle e vigliacco.

Eppure mentre tutti fuggivano dal disastro, c’erano degli uomini che andavano proprio verso il pericolo e alcuni di loro marciavano, inconsapevolmente, verso la morte: i pompieri. Da sempre in America vengono definiti “The Bravest”, i coraggiosi, e mai appellativo fu più azzeccato.

Se da un lato l’11 settembre 2001 ci ha dimostrato fin dove possono arrivare la crudeltà umana ed il fanatismo, dall’altro lato ci ha regalato magnifiche storie di altruismo e di amore per il prossimo. Molte vite umane furono spezzate, ma molte altre furono salvate proprio grazie ai pompieri di New York.

Eroi, angeli senza volto che non hanno esitato un istante mettendo a repentaglio la loro vita per salvarne altre. Molti purtroppo morirono in quel terribile attentato, se ne sono contati 343 in totale.

I pompieri sopravvissuti oggi portano ancora i segni di quell’infernale giornata: stress post-traumatico e gravi malattie respiratorie causate dall’ingente quantità di fumo inalato. Altri invece non ce l’hanno fatta e, ai 343 vigili del fuoco caduti in servizio quel maledetto 11 settembre 2001, se ne sono aggiunti negli anni oltre 200 secondo i numeri rilasciati dal Dipartimento dei pompieri di New York.

Ogni anno viene organizzato a New York il “Memorial Stair Climb”, una gara benefica a cui partecipano pompieri provenienti da ogni parte del mondo per rendere omaggio ai loro colleghi che hanno onorato con la vita la divisa. Il ricavato viene poi devoluto ad associazioni di beneficenza.

A distanza di 19 anni onoriamo ancora una volta i pompieri dell’11 settembre, mariti, padri, figli e fratelli che si sono trasformati in eroi ed angeli al servizio di chi ne aveva bisogno.

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Francesco Ferrara

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