Pubblicato il 7 Agosto 2023
Per anni è stato volto notissimo del calcio in televisione e ad accompagnarlo nell’ultimo viaggio c’erano centinaia di amici e concittadini, oltre alla famiglia e a volti noti come Marino Bartoletti e Alessandro Altobelli.
E’ il giorno dell’addio a Idris Sanneh, ma il suo vero nome era Edrissa, a Bedizzole, nel bresciano.
A prendere la parola una delle quattro figlie, Francesca Adhadija: “Mio papà culla le parole, le accompagna dolcemente, fino a che non sono pronte per uscire dalla sua bocca. E mi ha insegnato a fare lo stesso. Cullando le parole, tutto quello che mio papà abbia mai detto, lo ha sempre pensato. Mio papà è venuto da una terra fiera e non si è mai dimenticato della sua fierezza: la testa alta – diceva sempre – paura zero, mai. Mio papà solo per essere chi era, quel gran figo che era, era riuscito a piegare le regole di istituzioni tanto materiali quanto invisibili. Mio papà, uomo nero, parlava dialetto bresciano e diceva inshallah….È difficile parlare di mio padre. Mio papà era vasto come l’oceano, le sue onde non lo diluivano. Mio papà era un uomo nero e bianco e nero, ma credeva che i colori fossero una ricchezza. Mio papà era un uomo fiero e generoso. Mio papà era un fratello vero”.

Per l’ultimo saluto all’Idris di Quelli che il calcio, morto a 72 anni, in tanti sono arrivati con le maglie della Juventus. C’era anche il gonfalone della scuola di cui era super tifoso da quando era in Italia. Era arrivato cinquant’anni fa dal Senegal come studente.
“Mio padre era un uomo aulico e popolare al contempo. È arrivato in Italia per la sua intelligenza, per il premio letterario che aveva vinto in patria, ricevuto dalle mani di un grande presidente (Leopold Sedar Senghor ndr). Non ha mai rinnegato le sue origini senegalesi, era fiero di essere un uomo nero. Diceva brother ma anche fratello e mon frère. Aveva imparato il dialetto di mia mamma, donna bianca e bellissima, meglio di tanti bresciani. Lui era bresciano. Questa è casa sua e nostra, e io la sento casa mia, mi sento bresciana e italiana così come mi sento senegalese e fiera di chiamarmi Sanneh. Mio papà ha donato tutto se stesso con la generosità di un bambino. Sempre. Mio papà era un uomo colto ma non lo faceva pesare. Era un uomo politico e tutto ciò che ha fatto era politico: nell’arte e nel calcio. Mio papà era nero ed era un uomo di giustizia. Era un uomo puro: è entrato nelle case di tanti uomini razzisti grazie alla sua intelligenza, simpatia e cultura. Non rinunciava alla sua umanità di fronte alla bruttezza altrui. Attraverso la televisione è entrato anche nelle case dove regna tanta bruttezza ma lui non ha mai ceduto di un passo alla bellezza che ha donato a noi e a chi lo ha conosciuto. Era puro. Era un uomo democratico e assoluto. Era politico. Era comunista. Era saggio, un uomo di giustizia, d’amore, di bellezza”.

A chiudere la cerimonia, una canzone a cappella: No woman, no cry di Bob Marley.
Soprattutto una sepoltura al cimitero di Bedizzole, nella direzione della Mecca, segno di integrazione, fino alla fine come è stata tutta la sua vita.
In ricordo di Idris Sanneh
da “Quelli che il calcio” del 15 maggio 1997.pic.twitter.com/wXhoq95TxQ
— LALLERO (@see_lallero) August 4, 2023
E così lo ha ricordato Marino Bartoletti. Il Corriere della Sera riporta le sue parole: “L’ho conosciuto esattamente trent’anni fa a Quelli che il calcio e non pensavo che nella mia vita avrebbe fatto irruzione questo ciclone di simpatia, di bontà, di cultura, di empatia. Pur nella sua effervescenza è stato un uomo elegante e profondo ed è stato anche una scorciatoia importante verso quella integrazione che allora non era esattamente in agenda”.

Queste le parole di Spillo Altobelli: “Andavamo in vacanza insieme, siamo andati nella mia Sonnino (in provincia di Latina, dove il calciatore è nato nel 1955, ndr) e lo scorso anno siamo partiti in cinque in auto e siamo arrivati a Patti, in Sicilia. Quest’anno non se l’è sentita di replicare, era stanco. Mi chiamava spilungone, nel nostro gruppo di amici non potevamo fare a meno di lui, questa è la semplice verità. Mi ha lasciato un fratello”.