La tragica sorte di Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni, continua a far parlare si se. Singh è deceduto lo scorso 19 giugno all’ospedale San Camillo di Roma, dopo essere stato ricoverato in seguito a un grave incidente sul lavoro. I primi risultati dell’autopsia rivelano che l’uomo poteva essere salvato.
Il 17 giugno, durante il lavoro nei campi, Satnam Singh è stato vittima di un terribile incidente con un macchinario avvolgiplastica, che gli ha strappato il braccio. Singh è stato abbandonato vicino al luogo dove viveva, e solo allora è stato dato l’allarme. L’eliambulanza è intervenuta per trasportarlo urgentemente all’ospedale San Camillo, dove è morto due giorni dopo per dissanguamento.
Le circostanze dell’incidente e il ritardo nei soccorsi sollevano gravi interrogativi. Singh è stato lasciato solo per un periodo di tempo critico, e solo in seguito è stato richiesto l’intervento medico. La negligenza potrebbe aver contribuito in modo determinante alla sua morte, come confermerebbero i primi risultati dell’autopsia.
L’eco della vicenda di Satnam Singh ha provocato una forte reazione. Dopo la manifestazione organizzata dalla Cgil lo scorso sabato, anche la Cisl ha indetto una nuova manifestazione per domani, martedì 25 giugno. Le manifestazioni mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica e a combattere il caporalato, una piaga che continua a colpire i lavoratori agricoli in Italia.
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