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Il Banco Digitale: un gesto di solidarietà

Pubblicato il 22 Dicembre 2020

Tra pochi giorni saluteremo il 2020. É stato un anno particolare, segnato dalla sofferenza, dall’incertezza, dalla paura e dal dolore. La pandemia ha messo in crisi l’economia del Paese, colpendo diversi settori e rendendo più evidenti problemi che c’erano già.

Interi comparti sono in ginocchio e molte attività non riapriranno i battenti. Tanti hanno perso il posto di lavoro, numerose famiglie sono in difficoltà e fanno fatica a far fronte alle spese ordinarie. Con la pandemia, i “nuovi poveri” sono aumentati del 45% secondo il “Rapporto Povertà” pubblicato dalla Caritas.

Il coronavirus ha cambiato e stravolto le nostre abitudini: la distanza sociale si è trasformata in distanza relazionale; ha incrementato le disuguaglianze sociali, colpendo maggiormente le persone più vulnerabili.

Ma la pandemia non ha fermato la solidarietà e la speranza. Numerose sono, infatti, le iniziative per aiutare chi ha più bisogno. E dove non è arrivato lo Stato, è arrivata la solidarietà. E in questo quadro si inserisce l’iniziativa ideata dall’avvocato Francesco Giocolano: creare un Banco Digitale.

Da sinistra Francesco Barone e Francesco Giocolano | Il Banco Digitale: un gesto di solidarietà | DayItaliaNewsGela

L’idea è nata, circa un mese e mezzo fa, guardando il telegiornale, in particolare, un servizio dedicato alla didattica a distanza. “In quel momento – afferma Giocolano – ho pensato a quei nuclei familiari con due-tre bambini in età scolare. Per seguire le lezioni, nella stessa fascia oraria, avranno bisogno di tanti computer. Oggi è di vitale importanza, per il diritto allo studio, avere un dispositivo digitale. Il computer è diventato un bene di prima necessità e sulla scorta dell’idea del banco alimentare, ho pensato al banco digitale.

Facebook ha fatto da megafono a questa idea. Tra i primi a sostenerla, oltre all’imprenditore Francesco Barone, il quale, avendo una società di informatica si è reso subito disponibile, Francesco Sferrazza e Orazio Trainito”.

“Con un intervento di adeguamento – dichiara Barone – riusciamo a riutilizzare apparecchiature obsolete, l’importante è che abbiano Windows7 installato o installabile. È impensabile sapere che ci sono ragazzini che per seguire le lezioni, devono utilizzare il cellulare dei genitori con dimensioni minime e avere tanti disagi e molti, che non riescono nemmeno a seguire, perché non si possono permettere di avere un pc”.

Digitalizzazione e diritto all’istruzione

Se da un lato la pandemia ha accelerato il processo di trasformazione digitale, dall’altro ha evidenziato la necessità di sanare il gap digitale. Ci sono zone del Paese che non sono ancora coperte da connessione internet e tante famiglie che non possiedono gli strumenti necessari per connettersi.

La didattica a distanza ha determinato disparità nell’accesso all’istruzione. I limiti e le ripercussioni che ha avuto sugli studenti, sono evidenti. Fare lezione attraverso il cellulare è difficile, sia per gli insegnanti sia per gli studenti. Con la didattica a distanza le disuguaglianze si sono acuite. Servono risorse ed investimenti sull’istruzione per garantire a tutti l’accesso al sistema scolastico.

“La digitalizzazione – proseguono Giocolano e Barone – in questi anni, è stata attuata solo in parte e oggi facciamo i conti con la realtà. Abbiamo creato un modello, realizzato e reso operativa l’iniziativa, ma abbiamo bisogno di reperire quanti più dispositivi possibili per soddisfare la richiesta degli studenti, sappiamo che non è facile, ma è il nostro obiettivo.

Pensando al modello, abbiamo coinvolto l’Osservatorio sulla dispersione scolastica, per individuare i destinatari dell’iniziativa ed evitare i furbetti. L’Osservatorio ha contattato tutte le scuole chiedendo di comunicare quanti sono gli alunni che hanno fatto richiesta di questo tipo di supporto e, purtroppo, i numeri sono alti. Noi doniamo i dispositivi all’Osservatorio che poi, li distribuirà alle scuole. La situazione è complicata e fa male sapere che ci sono tanti studenti che, ad oggi, non hanno un pc a casa.

La prima consegna

Abbiamo consegnato i primi 16 dispositivi (6 notebook e 10 computer fissi) all’Istituto Ettore Romagnoli e speriamo di farne un’altra consistente prima di Natale. Questa consegna è stata importante, ha dato modo e prova che l’dea del Banco Digitale è concreta, esiste e speriamo possa sensibilizzare altri a sostenerla.  

Amici, privati, imprese locali, ma anche grosse aziende, hanno dato la loro disponibilità. E ci sono imprenditori che ci daranno le loro apparecchiature”.

Si è messa in moto una macchina importante alla quale collaborano non solo l’Osservatorio, ma anche la Croce Rossa, Sicindustria, il Lions Club, l’associazione MoVi, la Casa del Volontariato, lo Youth Center, l’Ordine degli avvocati di Gela, la Meic Service, il Comune di Gela e tanti consiglieri comunali. L’iniziativa del Banco Digitale è anche diventata una mozione, votata favorevolmente da quasi tutti i consiglieri.

Come donare

“Invitiamo tutti a darci una mano – aggiungono – non solo attraverso donazioni di carattere fisico, con dispositivi usati e nuovi, ma anche con donazioni in denaro, se sono in condizioni di farlo”.

È possibile, infatti, sostenere il Banco Digitale, donando computer portatili e pc, presso lo Youth Center, in viale Cortemaggiore 49 o attraverso un contributo economico su c/c bancario intestato a Croce Rossa Italiana – Comitato di Gela – Iban IT26H0200883332000103048677, indicando la seguente causale “Erogazione liberale banco digitale”.

Un’iniziativa unica

“Il Banco Digitale – concludono – è un bisogno reale e concreto. Tutto nasce da qui, dalla nostra città. A livello nazionale, non ci risultano iniziative del genere. Nessuno, ad oggi, ha pensato all’idea del Banco Digitale, così come l’abbiamo pensata, messa sul campo e resa reale. Il fine ultimo è aiutare la collettività, perseguire la strada della solidarietà.

A breve, creeremo un sito. Pensiamo di inserire dei tutorial per fornire un supporto tecnico, spiegare l’utilizzo delle piattaforme e l’uso didattico del web. È importante avere un dispositivo, ma bisogna anche saperlo utilizzare. Le iniziative da intraprendere sono tante, ma è necessario ci siano collaborazione, solidarietà e sostegno”.