Pubblicato il 5 Settembre 2022
Un piano strategico per le infrastrutture e la mobilità, drastica riforma dei tempi della burocrazia, abbattimento dei costi dell’insularità con specifiche misure compensative per la Sicilia come la “Decontribuzione Sud”. In sintesi, un impegno a tutto campo per garantire l’attrattività del territorio, sostenere il tessuto produttivo, incoraggiare gli investimenti.
Questo il messaggio delle imprese di Confindustria Catania e dell’Ance etnea, lanciato ieri nel corso dell’incontro con Renato Schifani, candidato governatore del centrodestra, nell’ambito degli appuntamenti che le due associazioni stanno organizzando in vista delle elezioni politiche regionali. Presenti anche gli onorevoli Marco Falcone e Stefania Prestigiacomo.
“Alla nuova governance politica della Sicilia chiederemo programmazione e concretezza – ha detto il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco –. Le emergenze da affrontare sono molteplici, ma le opportunità non mancano e vanno colte. Catania è un polmone manifatturiero capace di generare oltre 20 miliardi di Pil l’anno. Attualmente sono in programma nuovi importanti investimenti privati in diversi settori. Possiamo diventare un vero e proprio bacino di attrazione per l’area Mediterranea. Ma occorre una svolta sulla riqualificazione delle aree industriali, sulle Zes, sullo sviluppo delle infrastrutture”.
Concetti ripresi e condivisi dal presidente di Ance Catania, Rosario Fresta, che ha aggiunto: “Il settore edile segna una ripresa che fa registrare numeri positivi in termini di investimenti e di livelli occupazionali. Un trend positivo da consolidare. Oggi siamo pronti e disponibili ad ascoltare i programmi dei candidati governatori ma anche ad avanzare le nostre proposte per essere interlocutori attivi nelle scelte della politica che deve ascoltare e sostenere il tessuto produttivo. Chiediamo una riforma amministrativa che semplifichi le procedure, un’accelerazione nello svincolo dei crediti e della spesa, perché non si verifichino più blocchi nei pagamenti per imprese, fornitori e creditori a vario titolo. Non accettiamo che l’economia di una Regione e il suo sistema produttivo siano piegati ad una macchina burocratica, sempre più astratta, distratta e priva di responsabilità”.