Ormai tutti lo conoscono come “Il Falco”, l’invasore seriale in grado di penetrare in tutti gli stadi nonostante i ferrei controlli. Il suo nome è Mario Ferri, noto in Italia per le sue scorribande sui terreni di calcio per portare avanti le sue proteste.
Anche in Qatar, nonostante le rigide regole, “Il Falco” ha colpito. Solo pochi giorni fa ha fatto scalpore l’outfit di Ivana Knoll, ex miss Croazia che ha tifato allo stadio per la sua Nazionale con un vestitino molto mini che metteva in mostra le sue grazie. Una provocazione che la prorompente tifosa rischia di pagare addirittura con il carcere, ma neanche questo ha fermato Mario Ferri, sempre in prima linea per difendere e sostenere le sue battaglie di civiltà.
Ieri sera durante Portogallo-Uruguay “Il Falco” è volato in picchiata sullo stadio sfoggiando la sua iconica maglietta di Superman, con la scritta “Save Ukraine” davanti e “Respect for iranian woman” indietro, più una bandiera arcobaleno tra le mani.
Ferri ha portato avanti moltissime battaglie, dallo stop alla guerra in Ucraina fino all’emancipazione delle donne iraniane, alla quale si è unita anche la Nazionale iraniana che non ha cantato l’inno al primo match del Mondiale.
Il “curriculum” di Mario Ferri è molto lungo e sono tante le sue incursioni sui prati verdi dei campi da calcio.
Nel 2014 “Il Falco” fece irruzione durante Belgio-Stati Uniti, partita dei Mondiali 2014 in Brasile, con una maglia con le scritte “Salva i bambini delle favelas” e “Ciro Vive”, con riferimento a Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto in seguito ad alcuni scontri con ultrà romanisti.
Ancora prima, nel 2010, Ferri fece un’invasione di campo durante la finale del Mondiale per club vinta dall’Inter contro il Mazembe ad Abu Dhabi. In quell’occasione, come lui stesso spiegò, trascorse un giorno in carcere con le mani e i piedi legati.
Ferri fu anche protagonista di un episodio diventato virale durante il lockdown: l’uomo che ad aprile 2020 correva sulla spiaggia inseguito da un poliziotto era proprio lui. L’elenco delle sue invasioni è comunque lunghissimo e risulta difficile tenerne traccia di tutte.
Da quando si apprende l’uomo sarebbe già stato rilasciato dalle autorità qatariote, pronto a fiondarsi su qualche altro campo da calcio per portare avanti le sue battaglie.
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