Papa Francesco, nell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, scriveva che il grande rischio del mondo attuale, con la sua opprimente offerta di consumo, è quello di produrre una grande tristezza nel cuore dell’uomo (cfr. EG 2).
Ecco, ci risiamo! Anche quest’anno – potrebbe dire qualcuno – siamo costretti a sorbirci le solite lagnose recriminazioni moralistiche contro il “Natale consumistico”.
Sembra, infatti, che noi ecclesiastici, in questo campo, siamo particolarmente specializzati. C’è chi dice, infatti, che la notte di Natale – proprio mentre nasce Gesù – molti preti invece di parlare di Lui, di dare la notizia più grande di tutti i tempi, la più commovente, la più consolante, che Dio – cioè – si fa uomo e viene ad abitare fra noi, che viene a guarirci e a salvarci, si mettono a strapazzare i fedeli rinfacciando le spese fatte per il cenone appena consumato o per i regali che si sono scambiati.
Non so se questo è vero; in ogni caso, non mi unirò al coro dei “lamentatori”. Tuttavia, resta il dubbio che “qualcuno” si sia indebitamente appropriato del Santo Natale, profanandone il suo più vero e autentico significato. Chiamiamolo con il nome che vogliamo – consumismo o altro – ma il risultano è sempre lo stesso: quando si svuota di senso, il Natale non è più fonte di vera gioia. Anzi!
Gli inglesi chiamano “christmas blues” quel particolare stato d’animo che subentra proprio in coincidenza con le festività natalizie: si tratta di quell’incomprensibile tristezza che comincia a sorgere alla sola vista di luci, decorazioni e alberi di Natale e cresce al pensiero delle interminabili file per l’acquisto dei regali o per le cene da consumare con persone che non si vedono da tempo e con le quali, magari, non si è in ottimi rapporti. Tutto ciò sarebbe alla base di quella “depressione natalizia” che assale tanta gente prima, durante e dopo le festività.
Eppure a Natale nasce Gesù, la gioia della vita. Come può esserci spazio per la tristezza? Si tratta allora di riscoprire la vera gioia del Natale, una gioia che “sorprende”, perché è dono di Dio ancor prima che una nostra conquista. Un giorno furono i Magi che “trovarono” il Bambino in una mangiatoia, oggi è invece Lui che trova noi, avvolti nelle fasce dei nostri dubbi e nelle titubanze di una vita che scorre in mezzo a tante parole e cose inutili che soffocano la nostra pace e la nostra gioia. Oggi è Lui che viene a scovarci nei nostri nascondigli e ci tira fuori dalle nostre ombre, dalla tristezza delle delusioni, dei dolori, dei lutti, dalla sofferenza che ci affligge per la malattia o la mancanza di lavoro.
La bella notizia, quella che dà grande gioia, è proprio questa: Dio ci ha trovati. Noi, forse, tristi e delusi, non ci speravamo più. Invece eccolo, perennemente innamorato, mai stanco della sua passione e, come travolto dal fuoco dell’amore, ci ha trovati e, dalla sua culla di paglia, allarga le sue braccia per accoglierci ancora. Lasciamoci abbracciare… e ogni tristezza si cambierà in gioia. Buon Natale!
✠ Giuseppe La Placa – Vescovo
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