Il Papa andrà in Ucraina? L’ambasciatore: “Faremo tutto il possibile” [Video]

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“Apprezziamo tantissimo il ruolo della Santa Sede per risolvere questa tragedia” e “sicuramente, per quanto ci riguarda, faremo tutto il possibile per organizzare questa visita“. Sono le parole di Yaroslav Melnyk, ambasciatore ucraino in Italia, pronunciate nel corso di ‘Buongiorno’, su Sky TG24. Gli era stato domandato se ritenesse fattibile un viaggio del Pontefice a Kiev, sia in termini di sicurezza, sia dal punto di vista diplomatico.

Melnyk: Il Papa a Kiev? “Non dipende soltanto da noi”

Ha affermato inoltre: “Ma non dipende solo da noi. Prima di tutto serve un cessate il fuoco sul nostro territorio, per garantire la sicurezza del Santo Padre durante il suo viaggio in Ucraina”. Se ciò non accadesse, “sarebbe troppo difficile garantirne la sicurezza“.

Bergoglio in udienza generale: “I governanti capiscano che comprare armi e fare armi non è la soluzione al problema”

“I governanti capiscano che comprare armi e fare armi non è la soluzione al problema. La soluzione è lavorare insieme per la pace”: lo ha affermato il Papa, in udienza generale. Ha aggiunto: “Con la guerra tutto si perde, tutto, non c’è vittoria in una guerra, tutto è sconfitto. Che il Signore invii il suo Spirito perché ci faccia capire che la guerra è una sconfitta dell’umanità e ci liberi da questo bisogno di autodistruzione. Le notizie delle persone sfollate, delle persone che fuggono, persone morte, persone ferite, tanti soldati caduti da una parte e dall’altra, sono notizie di morte. Chiediamo al Signore della vita che ci liberi da questa morte della guerra”. Il Pontefice ha chiesto di pregare con lui il 25 marzo, data della consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore immacolato di Maria. (Guarda il video

Il Papa: “Una testimonianza personale”

Il Papa ha aggiunto: “Io posso dare una testimonianza personale. L’odio e la rabbia alla guerra io l’ho imparato da mio nonno che aveva fatto il Piave nel ’14 e lui mi ha trasmesso questa rabbia rispetto alla guerra, perché mi ha raccontato le sofferenze della guerra e questo non si impara sui libri, si impara trasmettendolo dai nonni ai nipoti“.  
E infine: “La soluzione è lavorare insieme per la pace e come dice la Bibbia fare delle armi strumenti per la pace”.

La telefonata a Zelensky

Papa Francesco ha telefonato Volodymyr Zelensky ieri, prima che questi intervenisse al Parlamento italiano. E’ stato scritto su Twitter da Andrii Yurash, ambasciatore di Kiev presso la Santa Sede. Il Pontefice era stato appunto invitato a Kiev. L’ambasciatore si è espresso in questo modo: “Nuovo visibile gesto di sostegno da parte di papa Francesco. Soltanto pochi minuti fa il Santo Padre ha chiamato il presidente Zelensky e ha avuto un colloquio molto promettente. Il Papa ha detto che sta pregando. Zelensky ha ripetuto che Sua Santità è l’ospite più atteso in Ucraina“.

I Tweet più toccanti di Papa Francesco

“Mai la guerra! pensate soprattutto ai bambini, ai quali si toglie la speranza di una vita degna: bambini morti, feriti, orfani; bambini che hanno come giocattoli residui bellici… In nome di Dio fermatevi!”. Il Papa senza sosta anche su Twitter, il canale social col quale sta cercando di diffondere messaggi di pace ovunque.
Il Pontefice, non si è limitato a un Tweet. Di recente ne ha pubblicata una serie, probabilmente perché allarmato dalle notizie sui negoziati privi di sbocchi positivi.

“Per chi segue Gesù non è tempo di dormire, di lasciarsi narcotizzare l’anima. Un dramma del nostro tempo è chiudere gli occhi sulla realtà e girarsi dall’altra parte”, scrive. E ancora, un minuto dopo: “Pregare è portare il palpito della cronaca a Dio perché il suo sguardo si spalanchi sulla storia”.

Per poi, sempre a poco distanza dal Tweet precedente, affermare, riprendendo un passo dell’omelia della messa che ha presieduto in forma privata, ieri pomeriggio, nella chiesa del Santissimo Nome di Gesù a Roma, nel IV centenario della canonizzazione dei Santi Isidoro l’agricoltore, Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Teresa di Gesù e Filippo Neri: “Se la preghiera è viva, “scardina dentro”, provoca continuamente a lasciarci inquietare dal grido sofferente del mondo. Chiediamoci: come stiamo portando nella preghiera la guerra in corso?”. (foto di repertorio).

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Redazione Nazionale

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