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Il teatro Vittorio Emanuele nel caos: la lettera del sovrintendente e la replica di Bruschetta

Pubblicato il 3 Dicembre 2020

Il Teatro “Vittorio Emanuele” di Messina è attraversato da polemiche e divisioni. Un caos che si aggiunge al blocco dovuto all’emergenza Covid. 43 artisti hanno firmato una lettera aperta per invocare un cambio di passo, tornando a «essere riferimento culturale della città» e sostenendo i teatri privati “storici” di Messina. Un invito a partecipare pure alla produzione delle «compagnie locali che hanno un mercato nazionale». Subito dopo il sovrintendente del “Vittorio Emanuele”, Gianfranco Scoglio, in una lettera rivolta alla stampa, ha difeso l’operato dei direttori artistici di prosa e musica, Simona Celi e Matteo Pappalardo, la nuova gestione economica e il progetto criticato dagli artisti “Play the Game”. Un progetto «troppo frettolosamente e snobisticamente liquidato come “talent” e che ha avuto il merito di coinvolgere in teatro 35 giovani di talento», sostiene Scoglio, che promuove la direttrice artistica Celi in discontinuità rispetto alle precedenti direzioni e ai loro risultati giudicati insoddisfacenti.

«Il teatro è un luogo aperto a tutti. Ripartiremo con produzioni sinfoniche da rappresentare in streaming e il nostro direttore della prosa proverà la prima produzione e a breve ne annuncerà un’altra in collaborazione con teatri di rilevanza nazionale. Non è comunque vero che il Teatro “Vittorio Emanuele” non valorizzi i professionisti messinesi: il regista, lo scenografo, l’autore delle musiche saranno tutti messinesi, sperando che la scelta incontri il favore della critica. Tutti gli attori, messinesi e non, avranno la possibilità di partecipare ai provini e quelli che il regista riterrà più affini ai ruoli saranno utilizzati», spiega il sovrintendente.

Ninni Bruschetta in una foto di Federica Di Benedetto

Non manca la replica di Ninni Bruschetta, regista teatrale ed ex direttore artistico del Vittorio Emanuele, oltre che attore cinematografico e firmatario della lettera aperta: «Tutto quello che il sovrintendente dice non ha nulla a che vedere con il teatro. Del resto lui non lo ha mai praticato e dimostra di non averlo conosciuto, neanche in questa sua breve esperienza, quando ricostruisce storie inesistenti a giustificazione dell’inattività e dell’improduttività del Teatro di Messina. Il suo è un comunicato autocelebrativo, di propaganda politica, proclami, progetti inesistenti o fallimentari e promesse mai mantenute. E tutto questo al centro di una crisi del settore mai vista finora. Dovrebbe dimettersi».