Arriva l’estate e, puntualmente, una quantità di animali che, fino al giorno prima, erano i padroni del divano, si ritrovano abbandonati per strada. Ed è un giusto fiorire di campagne di sensibilizzazione che, in sintesi, ribadiscono come le vere bestie, in questo caso, siamo proprio noi umani.
Fortunatamente, però, trasferimenti e soggiorni pet friendly sono possibili, anche se non proprio facilissimi da organizzare, perché essere davvero “open paws” è un impegno serio.
In questo articolo scopriamo cosa significa optare per un hotel pet friendly per migliorare la propria vacanza e quella del proprio cane.
Da tempo sono numerosi i turisti che viaggiano insieme ai loro cani, questo ha portato le strutture ricettive a organizzarsi di conseguenza. Il MO.OM hotel, ad esempio, è una delle soluzioni ideali se si viaggia con Fido perché ogni camera o suite è personalizzabile con ceste e materassini per i nostri pelosi, ciotole sempre a disposizione e spazi verdi per la sgambatina quotidiana all’aria aperta.
L’essere pet friendly, però, non significa che ogni animale è ospitabile ma si deve trattare, sempre e comunque, di animali domestici. Quindi se, invece di un cane, il vostro compagno di viaggio è un boa costrictor, magari le cose si potrebbero complicare.
Essere per friendly, quindi, significa proporre queste soluzioni utili e preziose per cani e padroni in modo che entrambi possano vivere una vacanza memorabile.
Trovare un hotel che sia realmente pet friendly non è facile: significa che la maggior parte degli spazi comuni deve poter essere condiviso con gli animali e questo implica che anche gli altri ospiti siano consapevoli e ben disposti verso questa convivenza forzata.
Però significa, anche, che siamo noi i primi a doverci prendere cura del nostro peloso, tenendolo sempre al guinzaglio perché non invada lo spazio altrui.
Acclarate le inalienabili responsabilità di chi si accompagna ad un animale domestico, le strutture attrezzate per ospitare, insieme, umani ed animali hanno concepito, fin dal principio, una serie di servizi da offrire a questi ospiti che hanno esigenze ben precise: il pet-sitting, ad esempio, diventa impagabile quando il viaggio non sia soltanto per diletto ma preveda anche degli impegni di lavoro.
Starà, comunque, a noi equipaggiarci adeguatamente per non far mancare nulla al nostro compagno di viaggio: scorte di cibo, secco o umido, snack, una coperta portata da casa, il giocattolo preferito e gli eventuali medicinali, oltre a tutte le certificazioni sanitarie necessarie. E non bisogna dimenticare sacchettini, palette e guanti e chiunque viva con un peloso sa esattamente a cosa servano.
Viaggiare con il proprio amico animale richiede un po’ di pianificazione extra, ma i benefici superano di gran lunga gli sforzi. Eviteremo al nostro compagno a 4 zampe l’inevitabile trauma dell’abbandono, pur se temporaneo e mitigato da pensioni accoglienti o parenti accomodanti. E noi non ci faremo rovinare la vacanza dai sensi di colpa.
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