Ponte Genova San Giorgio – Un momento storico, a quasi due anni dal tragico crollo del ponte Morandi, che costò la vita a 43 persone, la città di Genova ha inaugurato il nuovo ponte San Giorgio, ieri, sotto una pioggia che cadeva abbondante e tanti ombrelli bianchi in scena, esattamente come quel 14 agosto 2018.
L’inno d’Italia, poi la lettura dei 43 nomi delle vittime e le note del silenzio in tre minuti. E’ risuonata anche la celebre canzone di Fabrizio De André, in dialetto genovese e scelta come colonna sonora dell’inaugurazione del Ponte San Giorgio. Da Mina a Ivano Fossati, da Ornella Vanoni a Diodato: 18 artisti per una sola canzone, Crêuza de mä del Faber. Un omaggio alla memoria del cantautore e alla città: lʼiniziativa benefica, voluta dalla vedova Dori Ghezzi, raccoglierà fondi per la riqualificazione del parco della Nora e la realizzazione del Memoriale delle vittime del crollo.
Ad inaugurare il ponte sul Polcevera è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, assieme al premier Giuseppe Conte. Non è stata una festa, ma una cerimonia sobria, avulsa dalla retorica, col capo chino sulla città e sulle sue ferite, le nostre, quelle di tutto il Paese. Il capo dello Stato, subito dopo l’arrivo all’aeroporto e prima della cerimonia, ha incontrato privatamente in Prefettura il Comitato Parenti delle Vittime del Ponte Morandi.
Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato sul nuovo viadotto di Genova. Ad accoglierlo il sindaco Marco Bucci, che gli ha regalato la mascherina con la croce di San Giorgio simbolo di Genova, il governatore Giovanni Toti e la ministra Paola De Micheli. All’arrivo del premier, la pioggia attenuata ha lasciato posto ad un raggio di sole mentre sopra la collina di Genova la natura ha voluto disegnare un grande arcobaleno in segno di speranza e di luce.
Oltre a Conte sono arrivati anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e il presidente della Camera Roberto Fico. Presenti anche diversi ministri e l’architetto e senatore a vita Renzo Piano, ideatore del nuovo ponte.
“Il primo pensiero va alle 43 vittime del crollo del ponte Morandi e alle loro famiglie, il secondo ai cittadini di Genova che hanno sofferto, il terzo a tutti coloro che hanno lavorato 24 ore su 24 alla ricostruzione superando problemi enormi, persino un commissario che gridava” ha detto il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione, Marco Bucci. Poi, aggiunge: “Renzo Piano ha regalato a Genova una nave ormeggiata tra le colline della Val Polcevera”.
“Forse è simbolico che quella mattina di due anni piovesse a dirotto e oggi c’è invece uno splendido arcobaleno sulle nostre teste” – lo ha detto il governatore della Liguria, Giovanni Toti.
Un intervento che puntava dritto al cuore – quello di Renzo Piano – “il papà del Ponte”-, indubbiamente il più toccante, che merita di essere riportato integralmente.
“Oggi è un giorno di intensa commozione – ha detto emozionato – Dovrò cercare le parole perché questo ponte è figlio di una tragedia, un lutto e i lutti non si dimenticano: si elaborano, si metabolizzano, ma restano imprigionati nelle nostre coscienze. Qui, in questo posto, ci siamo tutti smarriti due anni fa nello sgomento di questa tragedia”.
Il suo pensiero, poi, va ai migliaia di lavoratori che hanno dato vita al ponte: “Oggi qui ci ritroviamo, anche per ringraziare chi ha costruito questo ponte, per l’energia che ci ha messo, con rapidità ma senza fretta”. Suo il progetto, nato dalla sua matita, come racconta: “Io ho contribuito con l’idea di un ponte che attraversa la valle passo passo, lentamente, quasi chiedendo il permesso. Poi, però, bisognava costruirlo, questo ponte: e qui è uscita la straordinaria forza di questo paese, dal commissario ai più modesti manovali. Questo è il più bel cantiere che abbia avuto in vita mia. Dobbiamo riconoscenza a tutti. E quando si arriva alla fine di una grande fatica ciascuno di noi si aspetta una piccola perla come premio: la nostra sia la riconoscenza”.
“Siamo tutti sospesi tra il cordoglio di quella tragedia e l’orgoglio di aver ricostruito il ponte… e non sappiamo più che pesci prendere. Noi genovesi siamo selvatici, restiamo zitti più o meno in silenzio. Si è parlato di un miracolo, ma non credo sia giusto: lasciamo in pace i miracoli, non c’è stato nessun miracolo. Semplicemente qui il paese ha mostrato la sua parte buona, l’energia, la generosità. Non ho mai visto nessuno lamentarsi. Vedete, costruire è una bellissima cosa: è partire da una cosa che non ha forma e dargli forma. E’ l’opposto di distruggere. Non ci sono miracoli, ma un po’ di magia sì. Costruire un ponte è un gesto di pace”.
Il premier Giuseppe Conte
Per questa inaugurazione i vescovi erano due.
Mons. Tasca, arcivescovo di Genova dall’11 luglio scorso, dalla struttura allestita per la cerimonia è sceso sulla lato Sud del nuovo ponte ed ha impartito la santa benedizione alla struttura. Una sorta di preghiera ed invocazione fortemente toccante e che ha portato tutti, autorità, ospiti, giornalisti, forze dell’ordine, ad avere istintivamente un momento di pace e di devozione: “Padre Buono, dà la tua benedizione a questa opera”. Ha invocato la Madonna della Guardia, il cui santuario domina il ponte: a lei è affidata Genova.
Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito, e che ha vissuto in prima persona e con straordinaria vicinanza alla città tutta la tragedia del ponte e dei due anni difficili di Genova. In un breve commento, il porporato ha voluto sottolineare lo spirito con cui è stato realizzato il nuovo ponte: “con spirito fraterno, perché un ponte ha molti significati di colleganza e unione dei persone”.
Il premier Giuseppe Conte, dopo il taglio del nastro alle ore 19:14, ha percorso a piedi il Ponte San Giorgio assieme al sindaco di Genova Marco Bucci. Il premier ha incontrato le maestranze che hanno realizzato la struttura. “Vi ringrazio e vi faccio un applauso” – ha sottolineato Conte applaudendole. E ricevendo, al tempo stesso, il loro applauso. Subito dopo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme alle istituzioni e alle aziende camminerà sul nuovo viadotto.
Mattarella ha incontrato anche alcuni operai che gli hanno chiesto di firmare il loro caschetto da lavoro. Hanno risuonato le campane della chiesa di Coronata e le sirene delle navi in porto, mentre al largo davanti al porto, al tramonto, a rendere omaggio al nuovo ponte, era ormeggiata la nave scuola della Marina, la Amerigo Vespucci, che ha proiettato il tricolore sulle sue vele così come la Lanterna era illuminata con i toni della stessa bandiera.
E nella fase finale della cerimonia, le Frecce Tricolori hanno omaggiato la città di Genova, disegnando in cielo la Croce di San Giorgio, da cui il viadotto prende il nome.
Un momento storico, per ricordare e non dimenticare, quello di ieri, di oggi e di domani, per il Ponte San Giorgio sorretto da 18 pile in cemento armato, composto da un impalcato in acciaio, concepito da Renzo Piano con la forma della chiglia di una nave, illuminato con 43 lampioni, uno per ogni vittima del ponte Morandi.
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