Pubblicato il 9 Febbraio 2022
Questa notte nei campi rom di Scampia, Secondigliano e Giugliano si sono sviluppati diversi incendi che sono stati domati dalle squadre di vigili del fuoco accorse sul posto. I roghi hanno coinvolto soprattutto i campi nomadi circostanti. Uno degli incendi ha lambito anche i piloni della perimetrale di Melito, dalla quale si accede poi all’Asse Mediano, ma l’arteria stradale è rimasta aperta.
L’incendio a Scampia è avvenuto poco dopo le 4 di stanotte. Le cause sono ancora ignote e non si registrano feriti. Poco dopo le 2 di stanotte un altro incendio è scoppiato anche al campo rom di Ponte Riccio a Giugliano. In entrambi i casi i vigili del fuoco sono stati allertati dai militari dell’Esercito di Strade Sicure. Altri roghi tossici sono stati segnalati anche nei pressi del campo rom di Secondigliano. Ma tra i tre episodi, secondo gli investigatori, non ci sarebbero collegamenti.
La protesta degli studenti di Scampia: “Non abbiamo più campetti e respiriamo questa roba”
La denuncia è avvenuta anche questa volta via social, sull’account del consigliere di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli. A scrivere è un alunno dell’itis Galileo Ferraris di Scampia: “Ciao Francesco, stiamo vivendo una situazione ingestibile con il campo rom. Noi abbiamo i campetti che dovremmo sfruttare per fare educazione fisica ma è da anni che sono occupati da loro. Ma non è solo questo il problema… loro bruciano roba e tutta la puzza entra nelle classi, noi purtroppo dobbiamo tenere le finestre aperte per le norme covid e dobbiamo respirare tutta questa roba. Siamo stanchi.”
La risposta del Consigliere regionale anche questa volta non si è fatta attendere. “La situazione è insostenibile. Questi campi vanno chiusi ovunque e rapidamente. Sono ricettacolo di immondizia, luoghi di aggregazione criminale, siti dove si smaltiscono in modo illegale rifiuti speciali spesso bruciati e dove si nascondono refurtive anche di grande valore. Infine sono luoghi promiscui dove troppo spesso i bambini vengono picchiati, violentati e anche uccisi. Adesso i campi vanno smantellati, bonificati e chiusi per sempre”.
Questi episodi confermano, ancora una volta, come la piaga degli incendi nella terra dei fuochi è tuttora una ferita aperta e che c’è ancora tanto da fare per arrivare ad una soluzione definitiva del problema.