Pubblicato il 6 Luglio 2021
Con il caldo anomalo e la mancanza di pioggia è scattata l’emergenza incendi al Sud con il divampare di roghi, dalla Sicilia alla Sardegna dalla Puglia all’Abruzzo, con decine di ettari di macchia mediterranea, boschi e ulivi andati a fuoco.
E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che le temperature tropicali e l’assenza di precipitazioni nel mezzogiorno favoriscono il propagarsi delle fiamme e aiutano i piromani. Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.
Nelle aree bruciate – sottolinea la Coldiretti – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – continua la Coldiretti – è proprio l’azione dei piromani, con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente.
Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare perché – evidenzia la Coldiretti – mancata l’opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinante per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio.
L’assenza di pioggia è causa della siccità con il fiume Po che soffre un crollo delle portate, fino al 30% rispetto alla media storica, con una situazione di siccità che riguarda l’intero bacino padano, dove si ottiene oltre 1/3 della produzione agricola italiana. La pioggia – sottolinea la Coldiretti – è attesa per combattere la siccità nelle campagne, ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, come quelle che sono avvenute al nord, provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento, provocando frane e smottamenti.
A preoccupare gli agricoltori – conclude la Coldiretti – è soprattutto la grandine, per i danni irreversibili che provoca alle colture in campo, come frutta e verdura in piena fase di raccolta, ma anche ai vigneti.