Si è conclusa con una condanna all’ergastolo da parte dei giudici della Terza Sezione della Corte D’Appello di Catania per Davide Garofalo, 47 anni, il processo di secondo grado per omicidio ed estorsione aggravati dal metodo mafioso dell’inchiesta Ambulanza della Morte.
L’accusa per il barelliere Garofalo era quella di aver ucciso tra 2014 e 2016 tre persone, nello specifico dei pazienti ricoverati in gravi condizioni ai quali avrebbe iniettato in vena dell’aria per causarne il decesso. L’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Catania è scaturita dopo un servizio del programma di Italia 1 Le Iene. Come questo programma ha voluto dimostrare durante i suoi servizi, l’aria nelle vene dei pazienti veniva iniettata nel corso del tragitto su autoambulanze private dall’ospedale a casa causando a loro nello specifico un’embolia gassosa e dicendo che erano morti per cause naturali.
Ma non finisce qui perché Garofalo attraverso questo modus operandi riscuoteva tra i 200 e i 300 euro di regalo da parte delle famiglie per la cosiddetta “vestizione” della salma. Il denaro andava diviso in seguito con i clan mafiosi di Biancavilla e Adrano e su questo stanno indagando i Carabinieri della Compagnia di Paternò e del Comando Provinciale di Catania. Il responso della sentenza ha visto il plauso sia dei familiari delle vittime che del Codacons, tramite l’avvocato Carmelo Sardella, che nel corso degli anni ha difeso le famiglie. Ma la stessa associazione ha fatto sapere anche che con la sentenza di oggi cade soltanto un aggravante su uno dei tre omicidi che ha permesso a Garofalo di usufruire della riduzione della durata dell’isolamento da un anno e due mesi a 11 mesi.
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