Pubblicato il 18 Ottobre 2023
A due settimane dal drammatico incidente di Mestre si sono svolti i funerali dell’autista Alberto Rizzotto, la cui autopsia al momento non ha riscontrato malori o anomalie in occasione del tragico schianto.
La salma ha così potuto fare ritorno a casa e i familiari hanno organizzato i funerali dell’uomo, morto tragicamente insieme ad altre 20 persone. Si contano anche 15 feriti che, lentamente, si stanno riprendendo dopo essere stati ricoverati in diversi ospedali della zona.
I funerali di Alberto Rizzotto
Oggi si sono tenuti i funerali dell’autista nella chiesa della frazione di Tezze alla presenza del vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziol, e del parroco Alberto Basso. Presenti anche i genitori del 40enne, Mariella e Luigi, il fratello Giulio e circa 600 persone.
Per l’occasione è stato aperto uno spazio di fianco alla chiesa per permettere alle persone giunte in massa per presenziare alla cerimonia e sono stati allestiti anche dei diffusori audio.
I familiari hanno chiesto di non scattare foto né di girare video all’interno della piccola chiesa di Tezze, dove il feretro è stato posizionato con largo anticipo rispetto alla celebrazione.
Ai funerali erano presenti anche il sindaco Giovanni Zanon e l’ad de La Linea, Massimo Fiorese. Le indagini si stanno concentrando proprio sull’efficienza dei mezzi de La Linea, gli autobus Yutong, coinvolti in altri due misteriosi incidenti: uno risalente a giugno fortunatamente senza gravi conseguenze e un altro più recente del 14 ottobre che ha provocato 15 feriti.
A bordo di un pullman sono arrivati anche i colleghi di Rizzotto e hanno partecipato alcune delegazioni di associazioni di volontariato alle quali l’autista si era aggregato.
L’omelia di don Alberto Basso: “La vita ci può essere tolta in un secondo”
Toccanti e commoventi le parole di don Basso durante la sua omelia: “Le spiegazioni tecniche, mediche, scientifiche non possono spiegare l’avventura dell’esistenza. Alberto era responsabile, prudente e l’autobus era nuovo. Noi contiamo sulle nostre capacità di controllo ma la vita ci può venire tolta in un secondo. Tragedie come queste ci scoprono sempre fragili e piccoli. Ci restituiscano la dimensione di noi stessi e l’importanza dei rapporti di fratellanza tra noi”.
L’epigrafe
Nell’epigrafe era raffigurata una foto di Alberto Rizzotto che aveva scattato proprio lui davanti ad uno degli autobus che guidava con passione da oltre 10 anni, affiancata da un’effigie della Madonna nera di Loreto.
Dopo la cerimonia, che si è conclusa con la recita del rosario, il feretro è stato portato in un sito per la cremazione. La famiglia intanto è in attesa di conoscere gli ulteriori esami dell’autopsia condotta su Rizzotto, per capire se l’incidente può essere stato causato da un malore o se le cause sono da ricercare altrove.