Gli storici Ray Ban da sole a goccia che indossava Matteo Messina Denaro da ragazzo, una bottiglia di champagne e il libro "Facce da mafiosi": sono le ultime scoperte fatte dai carabinieri di Trapani nel corso di una perquisizione nella casa della famiglia del capomafia, in via Alberto Mario a Castelvetrano. Si tratta dell'ultima abitazione del boss prima dell'inizio della latitanza. Lì Messina Denaro viveva con la madre. In molte foto da giovane il padrino appare con gli occhiali da sole ritrovati.ANSA/US CARABINIERI +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++ NPK +++
Dopo la perquisizione del suo appartamento arriva la sua iscrizione nel registro degli indagati. Stiamo parlando di Maria Mesi, ex amante del boss Matteo Messina Denaro.
La donna assieme al fratello infatti questa volta si troverebbe indagata nuovamente assieme al fratello Francesco per il reato di favoreggiamento alla latitanza del boss fino al suo arresto avvenuto quindici giorni fa. Dopo l’arresto nel giugno del 2000 le venne annullato l’aggravante mafiosa dalla Cassazione perché il rapporto sentimentale non favoriva comunque Cosa Nostra. Nella giornata di ieri per la precisione sono stati perquisiti ad Aspra, nel Palermitano, una casa e una torrefazione gestita con conduzione familiare. Per l’occasione sarebbero stati ritrovati dei cellulari e dei computer.
Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori anche il medico Alfonso Tumbarello. A Campobello di Mazara non tutti sanno che facesse le ricette al boss e per lui l’Ordine dei Medici di Trapani chiede un’audizione del collega, mentre l’Ordine dei Medici regionale ne chiede la radiazione. Quel che è certo è che Tumbarello fino a qualche mese era il medico del vero Bonafede. Per quanto riguarda quest’ultimo si sa che è indagato per favoreggiamento aggravato, ha parlato ai giudici e si sa che la casa-covo è sua, che l’ha comprata con i soldi del boss e che ha fatto da prestanome al boss. L’Andrea Bonafede fittizio invece partiva sempre da qui per andare verso la clinica La Maddalena a Palermo con Giovanni Luppino.
Da gestore di un centro per l’ammasso e per la commercializzazione delle olive Nocellara del Belice Luppino svolgeva la funzione di intermediario tra i produttori e i grossi acquirenti che, in questa zona, arrivano dalla Campania.
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