Tiene banco fuori e dentro l’Aula – a Milazzo, nel Messinese e anche nel resto della Sicilia – la questione ambientale, anzi la questione degli interventi necessari per la riduzione dell’inquinamento secondo i parametri, le tecnologie e i vincoli predisposti dal Piano regionale di tutela della qualità dell’aria. Che riguardano anzitutto le grandi industrie, come appunto la Raffineria (Ram) di Milazzo.
In un recente Consiglio comunale straordinario sulla vertenza Raffineria, nodo cruciale dell’agenda politica di Milazzo e di tutto il comprensorio, la maggioranza d’Aula aveva infatti approvato un documento nel quale – secondo i comitati e associazioni anti-inquinamento della valle del Mela – “si invita il governo regionale, attraverso l’intervento della deputazione locale, a discutere di margini e parametri del Piano regionale. Una sorta di messaggio in codice” per ridimensionare o rinviare gli effetti del Piano regionale contro l’inquinamento, approvato nel 2018 e che – aggiungono gli ambientalisti – “prevede una considerevole riduzione delle emissioni delle industrie più inquinanti della regione, tra cui la Raffineria di Milazzo. I nuovi limiti entreranno a pieno regime nel 2027, con uno step intermedio nel 2022, corrispondono alle migliori tecnologie oggi disponibili ed applicabili. Un risultato storico, contro cui è arrivata puntuale la levata di scudi delle grosse industrie inquinanti”.
Le associazioni hanno quindi chiesto al Consiglio comunale di Milazzo di schierarsi “senza indugi” in difesa dell’ambiente e contro l’inquinamento e di votare un “atto deliberativo che chieda alla regione di non modificare il Piano”. “A mancare – hanno sostenuto in una lettera aperta – al momento, è la volontà delle grandi industrie inquinanti di investire, riducendo, seppur di poco, i profitti. È arrivato il momento di anteporre l’interesse collettivo e il primato della politica agli appetiti privati”.
“Una nuova visione dello sviluppo delle politiche industriali che coniughi ambiente e sviluppo in una dimensione diversa e che veda la difesa del grande insediamento industriale rappresentato dalla Raffineria di Milazzo” è quanto auspicato dai sindacati. Il segretario generale della Cgil di Messina, Giovanni Mastroeni osserva infatti come con l’importante accordo firmato il 29 maggio si apre una decisiva fase nella quale la Ram, le imprese dell’indotto, Cgil Cisl Uil e i lavoratori, Sicindustria, faranno “sistema” a difesa e per la crescita futura coniugando sviluppo e difesa dell’ambiente della Raffineria di Milazzo. Tale sinergia sarà fondamentale per affrontare tre tematiche centrali oggi e nell’immediato futuro per l’attività produttiva della Raffineria. La prima: con l’accordo del 29 maggio si stabilisce, come visto il calo dell’attività produttiva e dell’occupazione dell’indotto causato dall’emergenza sanitaria del Covid 19, da subito prima la Raffineria e le Imprese dell’indotto si riuniranno per programmare le attività legate ai 45 milioni di investimento previsti nel 2020 attraverso un cronoprogramma dei lavori da effettuare e poter così le stesse imprese dell’indotto aprire un immediato e continuo confronto con le segretari delle categorie e le rappresentanze sindacali per realizzare il rapido rientro degli operai rimasti in questi mesi fuori dal lavoro. La seconda tematica attiene agli interventi: il 29 maggio gli Amministratori Delegati della Ram nei loro interventi hanno con forza confermato la strategicità della Raffineria di Milazzo su cui si continuerà anche nei prossimi anni ad investire ingenti risorse. La terza tematica attiene all’apertura del Tavolo presso il Governo Musumeci così come richiesto dal tavolo locale dell’Aia nel Febbraio 2020 e recapitata al Presidente Musumeci dal sindaco di Milazzo Formica. Tale trattativa regionale deve servire a modificare il Piano Regionale della Tutela della Qualità dell’aria laddove prevede dei limiti di emissioni diversi da quelli previsti dalle normative nazionali ed europee che non sono raggiungibili e mettono a rischio l’attività dal 2022 della Raffineria. Come abbiamo verificato in questa vertenza – dichiara il segretario della Cgil Messina –i cittadini di Milazzo e della Zona hanno con forza detto come la chiusura della Raffineria di Milazzo determinerebbe nella zona una crisi economica e sociale che il territorio non potrebbe sopportare”.
Sul tavolo – di fatto – è il doppio registro tra occupazione da salvaguardare e ambiente da tutelare. Intanto, in Consiglio comunale la risposta alle posizioni ambientaliste non è tardata. Il consigliere Antonio Foti ha sottolineato “l’assurdità delle contestazioni e dell’azione portata avanti dagli ambientalisti”, ritenendo poi “incomprensibile” la mancata riconvocazione del tavolo tecnico sulla qualità dell’aria, tavolo che, se fosse operativo alla presenza delle realtà ambientaliste, dell’Azienda, dei rappresentanti istituzionali e di tutti soggetti interessati, comprese le sigle sindacali, oggi avrebbe avuto l’opportunità di affrontare anche la vertenza Raffineria, provando a trovare soluzioni e percorsi condivisi.
“Non si capisce ancora il motivo del perché l’atto di indirizzo sulla costituzione della Consulta Ambientale non abbia avuto seguito – ha aggiunto il consigliere – e perché il protocollo d’Intesa che si sarebbe dovuto stipulare con le realtà industriali del territorio sia definitivamente tramontato. Urge la convocazione di una Conferenza Programmatica Permanente nella quale si possa scrivere un patto tra tutti i soggetti protagonisti. La tutela ambientale e della salute devono conciliarsi con la salvaguardia e con la difesa dei posti di lavoro. La politica, non solo quella che si fa in quest’aula, ma anche quella portata avanti dalle associazioni ambientaliste fuori, ha l’obbligo, il dovere e la responsabilità di riscrivere un nuovo paradigma di sviluppo per Milazzo e per tutta la Valle del Mela, provando a governare non solo l’esistente ma ad immaginare un futuro alternativo nell’interessa della collettività”.
Il consigliere Francesco Alesci ha pure chiarito che la finalità del provvedimento approvato dal consiglio comunale era quello di aprire un confronto ai vari livelli per scongiurare il pericolo di licenziamenti. Le considerazioni in merito portavano Gaetano Nanì a soffermarsi sull’azione svolta nel tempo per combattere inquinamento e difendere occupazione.
Alessandro Oliva ha definito “fuorvianti” i commenti che gli ambientalisti hanno fatto seguire al documento approvato dal consiglio comunale; da parte sua Giuseppe Midili ha considerato interessante conoscere la posizione di Articolo1 e PD sull’argomento, mentre, riguardo allo schieramento tenuto in aula dai consiglieri ha rimandato ai vari documenti votati nel tempo in merito alla qualità dell’aria ritenendo comunque opportuno che ci sia un confronto in aula con gli ambientalisti.
In chiusura di dibattito il presidente Gianfranco Nastasi ha detto che sarà convocato un consiglio aperto per consentire agli ambientalisti di far sentire la loro parola e di esporre il loro punto di vista
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