Dopo aver ricevuto il Citizen Award 2024 da Elon Musk, Giorgia Meloni è intervenuta all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, parlando per circa 13 minuti dei principali problemi che attanagliano il mondo intero: dall’Ucraina al Venezuela, dalla questione migranti ad Israele.
La Meloni è partita dall’attacco della Russia all’Ucraina, che ha avuto un effetto domino con effetti destabilizzanti in tutto il mondo. Tuttavia il presidente del Consiglio ha osservato che non si può schematicamente dividere il mondo in blocchi, ma è necessario costruire un modello di cooperazione completamente nuovo che parta però dagli stessi principi trascritti nero su bianco sulla Carta delle Nazioni Unite, che “in questo tempo sono stati messi in discussione addirittura da un membro permanente del Consiglio di sicurezza”, una chiara allusione alla Russia. Sulla difesa dei valori “l’Italia non intende arretrare, poiché sono valori a garanzia di tutti, soprattutto delle Nazioni che hanno meno strumenti per difendersi”. Per questo motivo non è possibile voltarsi dall’altra parte dinanzi a ciò che succede in Ucraina che ha diritto di difendere la sua sovranità e la sua libertà.
Altro tema caldissimo è il Medio Oriente, dove i recenti attacchi di Israele nel Libano hanno causato la morte di 492 persone, tra le quali 35 bambini, una mattanza alla quale bisogna porre fine. La Meloni ha sostenuto il diritto di Israele a difendersi, soprattutto dopo l’orribile attacco del 7 ottobre scorso, richiamandola però a rispettare il diritto internazionale. Allo stesso tempo ha sostenuto il diritto del popolo palestinese di avere un proprio Stato e, affinché ciò sia possibile, serve una leadership ispirata al dialogo e alla stabilizzazione del Medio Oriente. Gli obiettivi immediati, ha detto la premier italiana, sono il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani.
La Meloni ha insistito sulla necessità di intervenire con tempestività ed efficacia per risolvere le crisi striscianti in ogni angolo del globo. Tra queste c’è sicuramente la situazione incandescente in Venezuela, dove ci sono stati scontri violentissimi dopo la rielezione di Nicolas Maduro in un contesto socio-politico rovente e instabile ancora oggi. Ha poi ricordato la svolta che l’Italia ha impresso nei suoi rapporti con l’Africa tramite il piano Mattei, coinvolgendo costantemente gli interlocutori africani.
La Meloni è ritornata anche sulla questione miranti, che era stato il focus del suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Uniti dell’anno scorso, dicendosi felice che il suo appello a salvare vite umane nel Mediterraneo, trasformatosi in un grosso cimitero, non sia caduto nel vuoto. Tuttavia ha invitato le Nazioni Unite a fare di più poiché i problemi riguardano tutti.
La questione migranti ha dato il la all’ultima questione affrontata nell’intervento della premier, cioè la governanace delle Nazioni Unite, a partire dalla riforma del Consiglio di sicurezza che ha provocato molti mugugni e protese. La Meloni ha sottolineato che ogni riforma deve basarsi sui principi di eguaglianza, democraticità e rappresentatività, quindi sarebbe un errore creare nuove gerarchie con nuovi seggi permanenti.
La Meloni si è detta aperta a discutere ogni riforma, a patto che sia finalizzata a rappresentare meglio tutti, non a rappresentare meglio alcuni. Infine, prendendo a prestito la frase del patriota italiano Carlo Pisana, ha detto che “ogni ricompensa la troverò nel fondo della mia coscienza”, concludendo che il compito dell’ONU è affrontare i problemi e non rinviarli, avanzare piuttosto che indietreggiare e preferire ciò che è giusto a ciò che è utile.
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