Pubblicato il 9 Febbraio 2021
All’attuale crisi sanitaria in Italia si è affiancata la complicata situazione politica. L’ex Governo Conte, durante il quale si sono susseguite diverse formazioni “calcistiche”, è stato smantellato e sarà sostituito da quello di Mario Draghi.
Abbiamo parlato dell’attuale situazione politica con Dino Salati, noto professionista ed esperto in diverse materie: da geometra a revisore contabile ad avvocato, che ha svolto anche funzioni di magistrato onorario vice procuratore alla Procura di Monza e da sempre CTU del tribunale di Milano. Dalla ricca esperienza maturata sul campo nascono le proposte di sburocratizzazione da parte dell’avvocato che ha individuato in un solo nemico il male dell’Italia: la burocrazia.
Cosa ne pensa dell’attuale situazione politica italiana?
“Sono state sperimentate tutte le formazioni “calcistiche” ma senza esito. Adesso la palla passa a Draghi, figura emblematica che comunque si è fatta onore con la sua professionalità e rappresenta una voce autorevole in Europa. Tuttavia anche lui dovrà fare i conti con la burocrazia, il principale ostacolo al buon governo. La funzione burocratica più importante è l’amministrazione della Giustizia che, così come organizzata, ad ogni riforma ne peggiora gli effetti.
L’attuale governo ha fallito proprio per colpa della burocrazia e, per mantenere il potere, ha ricattato il Parlamento per fare approvare un allungamento dei tempi per l’applicazione della prescrizione. Ma cos’è la prescrizione se non la prova provata dell’ inefficienza dell’amministrazione della giustizia? La prescrizione è un’invenzione giuridica che non dovrebbe neppure esistere e costituisce un vero e proprio reato legalizzato”.
Lei ne fa anche un discorso giuridico, non solo politico?
“Certo. Provate ad immaginare di essere imputati da innocenti ed il processo dura vent’anni. Ebbene non credo che esista risarcimento del danno tale da compensare metà della vostra vita vissuta nell’ansia. É un vero e proprio sequestro psicologico del mal capitato cittadino con tutti gli effetti, e poi chi paga vedendosi aumentare sempre più le tasse da corrispondere allo Stato?
In nome del popolo sovrano si condanna, in nome del popolo sovrano si assolve, il che significa che l’esercente le funzioni burocratiche (nel caso il magistrato ) può rinviare prendendosi tutto il tempo che vuole, tanto non ne risponde e a pagare ci penseranno i cittadini che di fatto, ironia della sorte, costituiscono il popolo sovrano, non chi ne esercita le funzioni”.
Cosa non funziona nella burocrazia italiana?
“L’errore di fondo è aver creato il burocrate a posto fisso, stipendiato con paghe irrisorie o dirigenti altamente retribuiti che nell’esercitare le funzioni si identificano in esse, sentendosi investiti di poteri che nessuno può togliere. Sicuramente non era questo l’intento.
Le funzioni burocratiche sono indispensabili, come lo sono l’efficienza e la rapidità di esercizio, e costituiscono fonte primaria di lavoro. Lavoro che non dovrebbe essere svolto da personale stipendiato, bensì dagli esperti del settore iscritti agli albi dei CTU tenuti presso tutti i tribunali circondariali con competenza territoriale e con turnazioni, proprio perché le funzioni non si impersonifichino con chi le svolge.
Garantendo così tempi certi e senza richiedere troppe condizioni che sviliscono l’interessato ad intraprendere una qualsiasi attività”.
Qual è il suo rimedio?
“Partendo dal primo articolo della Costituzione, secondo il quale “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, tutti i cittadini dopo la scuola dell’obbligo hanno il diritto-dovere di iscriversi ad un’associazione di lavoratori. Successivamente, man mano che si conseguono titoli di studi, corsi di specializzazione e attestati, devono accedere ad Albi oppure Ordini professionali e da questi agli Albi degli esperti CTU di tribunale”.
Come si procederebbe con la sburocratizzazione?
“Le funzioni burocratiche nella loro generalità vanno esercitate a turno come per i CTU di tribunale e ciascuno, secondo la propria esperienza certificata che gli promana dall’ammissione all’Albo dei CTU tenuto presso il tribunale territorialmente competente in base alla residenza ed essendo chiamati a svolgere funzioni nell’interesse della collettività, dovranno essere remunerati con il tariffario emanato con decreto del Presidente della Repubblica.
Le commissioni parlamentari dovrebbero essere formate in ogni settore con rappresentanti delle varie associazioni di categoria, Ordini professionali ed Albi attraverso propri iscritti agli albi dei CTU dei Tribunali circoscrizionali, e pertanto scelti per comprovata alta qualifica ed esperienza e non per appartenenza a questa o a quella formazione partitica. Ciò costituirebbe inoltre pari opportunità di lavoro equamente distribuito a lavoratori autonomi che assolverebbero alle funzioni di loro competenza nei termini fissati, senza ritardi per evitare sanzioni economiche, se non cancellazione dai rispettivi albi”.
Così ne trarrebbero vantaggio tutte le parti in causa: Stato, magistrati di carriera, cittadini ed avvocati.
“Assolutamente sì. Lo Stato potrebbe dare un bel taglio ai costi, poiché risulterebbe sgravato dalle spese necessarie per aumentare l’organico dei magistrati di carriera ed il personale di cancelleria.
I magistrati di carriera sarebbero maggiormente qualificati e retribuiti per la funzione svolta, finalizzata a sovraintendere all’intera struttura.
I cittadini avrebbero la certezza di ricevere una sentenza entro tempi ragionevoli e riacquisirebbero maggiore fiducia nella giustizia.
Infine gli avvocati, rendendosi disponibili a svolgere queste funzioni, integrerebbero il loro reddito pagando anche più tasse allo Stato.
In generale migliorerebbe l’intero sistema economico, con l’iscrizione di tutti i magistrati onorari all’albo degli avvocati giudicanti non più a carico dello Stato”.
L’Italia ha un apparato burocratico-statale cristallizzato da tempo e ne pagano le conseguenze i cittadini. Da decenni si affrontano i soliti problemi, come una giustizia lenta ed un lavoro che latita. Crede che i tempi siano maturi per una sorta di rivoluzione?
“Il paese si può ancora salvare, ma bisogna agire ora e subito. Per questo motivo invito associazioni categoria, arti e mestieri, Ordini ed Albi Professionali a contattarmi per illustrare meglio il mio programma così da sensibilizzarli nell’interesse di categoria. Ognuno con la propria esperienza può sostituirsi alla burocrazia statica, che rappresenta un costo per i cittadini, per trasformarla in burocrazia dinamica, affidata ai lavoratori autonomi.
Questo è il momento più idoneo a riqualificare ordini, albi ed associazioni per l’esercizio di arti e mestieri di prendere coscienza della grande importanza di essere consapevoli che costituiscono il vero motore per la crescita economica dei propri iscritti e tutti assieme per lo Stato e per la realizzazione della democrazia, che vuole la partecipazione di tutti a determinare il governo del paese.
Viene garantito a tutte le persone lavoro e in concreto, per realizzare lavoro e democraticità culturale, sono assicurati principi etici e morali, base insostituibili per edificare lo stato democratico, riducendo drasticamente malversazione, corruzione e appalti truccati con danni che alla fin fine continuano a gravare sul peso fiscale e pertanto sul popolo sovrano.
Sono convinto che ne trarrebbero vantaggio tutte le categorie che oggi si perdono con delegazioni parlamentari che interpretano la generalità di interessi non riuscendo a far ascoltare quelli dei singoli disperdendo forza contrattuale e facendo solo i loro interessi personali.
Mi rendo conto che non sarà facile, ma la sburocratizzazione è un passaggio fondamentale per applicare i principi della carta costituzionale, e quindi della democrazia e del lavoro. Vanno reimpostate le amministrazioni Cultura, Giustizia, Salute e in ordine di precedenza i settori più importanti, per eliminare i ritardi burocratici e agevolare la conquista del lavoro per tutti. In questo modo si abbattono i costi della burocrazia statica costituita da dipendenti a posto fisso, sostituiti con lavoratori autonomi pagati di volta in volta, applicando il tariffario dei CTU come da decreto del Presidente della Repubblica”.