Irene Pivetti rischia 4 anni di carcere: due le accuse

Evasione fiscale e autoriciclaggio: queste sono le accuse mosse dal pm di Milano Giovanni Tarzia contro Irene Pivetti, rinviata a giudizio a marzo del 2023, per una serie di operazioni commerciali effettuate nel 2016 per un valore totale di 10 milioni di euro. In particolare sotto la lente della Procura ci è finita la compravendita di tre Ferrari Granturismo, utilizzate secondo l’accusa per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali. La Procura ha chiesto altre tre condanne per altri tre imputati, tra i quali figura anche l’ex campione di Gran Turismo Leonardo Isolani.

Le accuse del pm contro Irene Pivetti

Durissimo il pm che, oltre alla condanna a 4 anni di carcere, ha chiesto per la Pivetti anche una multa di 10.000 euro. Ha spiegato che l’ex parlamentare leghista ha avuto modo di conoscere le istituzioni italiane dall’interno, è stata la terza carica dello Stato e soprattutto è beneficiaria di un vitalizio pagato dagli italiani, quindi dovrebbe avere una certa confidenza e sensibilità verso gli obblighi di legge.

Il pm si è quindi detto sorpreso che sia arrivata una sostanziale mancanza di collaborazione proprio dalla Pivetti, che si è avvalsa in aula della facoltà di non rispondere e che ha respinto le accuse, fornendo però una ricostruzione confusa ma ottenendo un guadagno in modo occulto. In un’intervista del 2022 la Pivetti si disse delusa delle gravi accuse mosse nei suoi confronti, aggiungendo che viveva solo con 1.000 euro al mese.

Le operazioni con le Ferrari

Come riportato da Leggo nel 2022 la Cassazione aveva confermato un sequestro di circa 3,5 milioni di euro nei confronti dell’ex parlamentare. Stando all’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza la Only Italia, società riconducibile alla Pivetti, avrebbe agito come intermediario per alcune operazioni del 2016 del Team Racing di Isolani, che voleva nascondere al fisco alcuni beni, tra i quali anche tre Ferrari. Secondo l’accusa sarebbe stata organizzata una finta vendita dei tre bolidi al gruppo cinese Dahoe, per poi trasferirli in Spagna nel tentativo di venderli effettivamente.

In realtà l’unica cosa passata al gruppo cinese sarebbe stato il logo della Scuderia Isolani abbinato al logo Ferrari. Secondo la Procura Isolani e la moglie Mascoli volevano nascondere il possesso delle tre Ferrari per eludere i controlli del Fisco, mentre l”obiettivo della Pivetti sarebbe stato acquistare il logo Isolani-Ferrari per poi cederlo ad un prezzo decuplicato al gruppo Dahoe, ma senza comparire mai in prima persona. In sostanza la Pivetti, secondo l’accusa, avrebbe acquistato il marchio a 1,2 milioni di euro per poi rivenderlo alla società cinese a 10 milioni di euro.

L’ex presidente della Camera avrebbe usato lo schema delle società come “scatole vuote”, con l’obiettivo di ottenere una straordinaria plusvalenza. Il pm ha inoltre chiesto 3 anni anche per Manuela Mascoli, moglie di Isolani, e per sua figlia Giorgia Giovannelli. Le difese sono già al lavoro e per il 27 giugno è prevista l’arringa difensiva della Pivetti.