Pubblicato il 22 Giugno 2024
Quante volte vi siete chiesti che volto avesse il nostro primo antenato? Già, a quanti sarà capitato di immaginarsi l’aspetto dal quale poi è discesa la razza umana? Bene, adesso, dopo innumerevoli supposizioni e svariati identikit basati sui vari studi ha finalmente il volto del più antico Homo Sapiens finora tornato dal passato più lontano coi suoi resti. Il volto di Irhoud.
Viveva 315mila anni e il suo nome è quello del luogo dove è stato ritrovato quel che il tempo non è riuscito a cancellare di lui.
I suo resti sono stati rinvenuti a Jebel Irhoud, località del Marocco.
Una scoperta stupefacente, perché ha permesso di rielaborare la storia evolutiva umana. I fossili hanno stabilito che la nostra specie ha avuto origine 100mila anni prima di quel che si era ritenuto e all’esterno dell’Africa sub-sahariana.
Lo studio, pubblicato sulla rivista OrtogOnLineMag, è il risultato delle scansioni in 3D di diversi elementi appartenenti a più di un individuo, eseguite grazie ai dati forniti dai ricercatori dell’Istituto tedesco Max Planck per l’Antropologia.
A eseguire la ricostruzione è stato l’esperto brasiliano Cicero Moraes, noto per le ricostruzioni tridimensionali dei volti di molti personaggi storici, da Antonio da Padova a Francesco Petrarca.
“Ho scansionato il cranio in 3D e ho utilizzato la tomografia di un essere umano moderno, deformandola in modo che il cranio del donatore si adattasse a quello di Jebel Irhoud”, ha spiegato l’esperto.
Sono stati poi aggiunti altri dati provenienti dagli esseri umani moderni per prevedere lo spessore dei tessuti molli, l’aspetto del naso e altre caratteristiche del viso.
E’ emerso così che Irhoud ha viso e dentatura moderni e una scatola cranica grande, ma con caratteristiche arcaiche.