Hamas non ha ancora risposto alla richiesta di cessate il fuoco da parte di Israele in cambio del rilascio degli ostaggi, ma intanto il governo israeliano sembra pronto a fare ciò che tutti temevano: invadere Rafah, l’ultimo avamposto dell’organizzazione militare palestinese. Il governo israeliano ha infatti votato all’unanimità, dando il via libera all’attacco nella città di Rafah, che potrebbe provocare centinaia di morti tra i civili.
Israele non sta bluffando, infatti le Idf hanno invitato i civili a lasciare i quartieri orientali della città, quelli più vicini allo Stato ebraico, e a rifugiarsi in una zona umanitaria collocata nelle zone di al-Mawasi e Khan Yunis.
Le forze armate di Tel Aviv, tramite X, hanno reso note le modalità di evacuazione che saranno comunque diffuse tramite volantini, sms, telefonate e trasmissioni mediatiche in arabo, aggiungendo che i campi profughi sono dotati di ospedali, cibo, acqua e medicinali.
Le Idf hanno precisato che l’attacco al momento avrà una portata limitata e che è prevista l’evacuazione di circa 100.000 persone. Tuttavia una fonte del governo israeliano, tramite la testata Ynet, ha fatto sapere che Benjamin Netanyahu è pronta a bloccare l’offensiva contro Rafah se Hames accetterà gli accordi per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi ebrei ancora detenuti nella striscia di Gaza.
Qualche giorno fa Hamas pubblicò in rete il video di un ostaggio israeliano, che attaccava pesantemente il governo di Netanyahu chiedendo di fare di più per il rilascio di tuti gli ostaggi. Così facendo forse credeva di mettere spalle al muro Israele, provocandone invece la furiosa reazione col pericolo serio di un attacco a Rafah che rischia di trasformarsi in una carneficina.
Dal canto suo Hamas ha fatto sapere che un eventuale attacco di Israele a Rafah sarebbe considerato una pericolosa escalation. In ogni caso l’organizzazione tramite una nota ha detto che l’attacco a Rafah “non sarà un picnic”, dicendosi pronta a combattere per difendere il suo popolo.
Sulla questione è intervenuta anche l’Autorità nazionale palestinese (ANP), che ha detto che si sta impegnando al massimo per trovare un accordo tra le parti e fermare l’invasione di Rafah, che rischia di trasformarsi in un massacro. L’ANP si è appellata anche agli Stati Uniti, affinché convincano Israele a non procedere con l’attacco a Rafah.
Secondo quanto riferito dal giornalista di Axios Barak Ravid, Joe Biden dovrebbe telefonare nelle prossime ore al premier Netanyahu per discutere della situazione e trovare un’altra soluzione meno estrema.
Come riferito dall’emittente Al-Aqsa, Israele avrebbe già condotto un raid aereo nelle zone dove è stato impartito l’ordine di evacuare e, secondo alcune fonti citate da Haaretz, l’attacco avrebbe causato 26 vittime, tra cui 11 bambini e 8 donne.
Intanto l’Egitto, al confine con la Striscia, sta potenziando e aumentando il livello di preparazione militare a nord del Sinai. Altri attori internazionali, tra le quali l’UE, la Giordania e la Francia, si sono detti fortemente contrari ad un attacco israeliano a Rafah.
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