Pubblicato il 29 Agosto 2024
Tra i giovani italiani l’attività sessuale inizia sempre prima, e coinvolge un numero maggiore di partner.
Il dato emerge dal rapporto Istat “L’interruzione volontaria di gravidanza in un’ottica generazionale”, secondo cui il ricorso all’aborto è invece “in costante diminuzione”.
Tra il 1980 e il 2022 è infatti calato del 68%, passando da 208mila a poco più di 65mila l’anno. Contestualmente però, secondo un nuovo rapporto dell’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Oms, tra le adolescenti italiane si rileva uno tra i tassi più bassi di uso della pillola: l’85% dichiara di non averla usata prima dell’ultimo rapporto sessuale.
Gli ultimi dati del 2022 riportano che il 21,6 per cento dei ragazzi e il 18,4 per cento delle ragazze dichiara di avere avuto il primo rapporto sessuale completo prima dei 16 anni.
Con l’utilizzo di metodi contraccettivi sempre più efficaci, in particolare la pillola d’emergenza il cui utilizzo è cresciuto in Italia, “le donne riescono a raggiungere parzialmente l’obiettivo di ridurre le gravidanze indesiderate ma c’è ancora strada da fare per parlare di una vera e propria rivoluzione contraccettiva”, precisa l’Istat.
In particolare, rispetto alla pillola del giorno dopo c’è stato un incremento delle vendite (+79 per cento) dal 2015 al 2018, grazie all’eliminazione dell’obbligo di prescrizione sia per le maggiorenni sia per le minorenni.
Inoltre, negli ultimi anni la percentuale di medici obiettori è diminuita e nel 2021 si ferma a 63,4 per cento. Il numero di interruzioni volontarie di gravidanza si è invece ridotto in maniera considerevole: tra il 2005 e il 2021 si è più che dimezzato.
“Questo non può che avere ridotto il carico di lavoro dei ginecologi non obiettori”. Tuttavia, si legge nel rapporto, “criticità maggiori risultano più diffuse nelle regioni del Centro e del Sud del Paese, sebbene in solo tre strutture viene superato il numero di 10 aborti settimanali per ginecologo: una si trova in Abruzzo, una in Campania e una in Sicilia”.
Secondo quanto emerge dal nuovo rapporto dell’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Oms, nonostante i tanti diversi tipi oggi disponibili, la contraccezione ormonale resta ancora poco utilizzata tra le adolescenti in Europa, soprattutto in alcuni Paesi, tra cui, come si accennava, l’Italia.
Il 68% delle 15enni europee dichiara di non aver usato la pillola anticoncezionale all’ultimo rapporto sessuale, con tassi che variano dal 93% della Grecia al 37% del Regno Unito.
In fondo alla classifica anche se non ultima, l’Italia, quintultima su oltre 40 Paesi esaminati.
Dalle interviste effettuate a oltre 242mila quindicenni in 42 Paesi è emerso che nel 2022, un quindicenne su cinque (20%) e una quindicenne su sette (15%) dichiara di aver già avuto rapporti sessuali.
La pillola anticoncezionale durante l’ultimo rapporto sessuale era stata usata solo dal 26% delle ragazze e a farne più utilizzo erano quelle vivevano nei Paesi nordici e provenivano da famiglie più abbienti.
La percentuale è stabile rispetto al 2014 ma si è osservata una diminuzione significativa in alcuni Paesi come Belgio e Canada e un aumento in Repubblica Ceca, Irlanda, Malta e Portogallo.
Il 30 per cento dei ragazzi e il 31% delle ragazze hanno dichiarato di non aver usato né il preservativo né la pillola contraccettiva durante l’ultimo rapporto.
E molti sono anche coloro che non sanno dire se il proprio partner vi abbia fatto ricorso o meno.