Non capita spesso, a una convention, di assistere a episodi davvero storici. Il passaggio del testimone della campagna elettorale di Biden alla sua vice Kamala Harris è stato uno di quei momenti.
Su quel palco Biden avrebbe dovuto accettare la nomination per la rielezione: invece, l’ha ceduta dopo le pressioni del suo partito.
Alla fine c’era tutta la famiglia di Biden là sopra: i figli Hunter e Ashley (lo ha presentato lei e il padre, commosso, ha dovuto asciugarsi le lacrime prima di parlare) e almeno sei nipoti, incluso il piccolo Beau Jr., che il presidente Usa ha preso per mano mentre usciva di scena. Kamala Harris e il marito Doug Emhoff li hanno raggiunti e abbracciati.
È l’immagine che avremmo visto nell’ultima serata della convention se Biden fosse stato nominato candidato del partito alla Casa Bianca.
Ed è una immagine che colpisce anche perché Biden non ebbe una simile standing ovation quando fu nominato nel 2020, in piena pandemia: era circondato da poche persone in una stanza buia.
Tra le conquiste rivendicate con più forza dal presidente nel suo discorso c’è l’aver portato infrastrutture e tecnologia in ogni parte del Paese (“Come fece Roosevelt con la rete elettrica”) e in politica estera l’allargamento della Nato: “Trump si inchina a Putin. Io non l’ho mai fatto e vi prometto che non lo farà neanche Kamala Harris”.
Il discorso è durato 45 minuti: cominciato alle 10:30 (le 11:30 di sera sulla Costa Est) non era in prima serata. Alcuni dei delegati hanno iniziato ad andar via, anche se la stragrande maggioranza sono rimasti fino alla fine, a sventolare i cartelli.
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