Pubblicato il 8 Novembre 2020
“Questo è il momento di guarire in America”. In queste parole di Joe Biden si può riassumere l’intero discorso di accettazione pronunciato questa notte al Chase Center di Wilmington. Il nuovo presidente è cosciente di quanto sia difficile andare avanti se non si inizia a guarire le ferite del paese, se non si cerca di ricomporre le fratture e tornare a lavorare tutti assieme.
“Non esistono Stati blu e stati rossi. Esistono solo gli Stati Uniti”, il 46° presidente degli americani non fa che ripeterlo e sottolinearlo, per iniziare un nuovo corso che sarà molto diverso da quello in cui è stato estremo protagonista il suo predecessore, un uomo che ha fatto di tutto per dividere il paese, per mettere gli uni contro gli altri.
La gestione Trump è stata disastrosa da questo punto di vista e adesso il nuovo presidente si trova a cercare di migliorare le cose, senza però avere ancora la certezza di potersi appoggiare alle due camere del parlamento.
I conteggi sono ancora in atto e alcuni seggi devono ancora essere assegnati, dunque non è dato sapere se il Congresso potrà fare gioco di squadra o meno.
Poi, come se non bastassero queste interezze, Joe Biden si ritrova a ereditare una Corte Suprema tutta sbilanciata a destra che rischia di interferire con le riforme.
Anche la corte avversa è un regalo che gli ha lasciato Donald Trump, assieme a un paese spaccato in due e arrabbiato. Ma fra le frasi pronunciate da Biden sul palco dei vincitori non c’è spazio per fare accuse ne per evocare il suo avversario, in cui nome trova posto fra le parole solo una volta, quando Joe Biden si rivolge ai sostenitori dei repubblicani dicendo loro che li può capire: “Per tutti quelli di voi che hanno votato per il presidente Trump, capisco la delusione stasera. Ho perso un paio di volte anch’io. Ma ora, diamoci una possibilità. È ora di mettere da parte la dura retorica, abbassare la temperatura, vederci di nuovo, ascoltarci di nuovo. E per fare progressi dobbiamo smettere di trattare i nostri avversari come nemici”.
Gran parte del discorso di Joe Biden vertevano su questo, sul cercare di tornare amici, di rispettarsi e tentare di lavorare tutti assieme per tirarsi fuori dai pasticci.
L’approccio della sua vice Kamala Harris invece è stato diverso, più prospettico.
La nomina Harris, ex procuratore e senatrice per lo Stato della California, è un fatto storico per l’America perché mai prima d’ora gli Stati Uniti avevano avuto una vicepresidente donna e per di più di origini sia orientali (indiane) che afroamericane. Due piccioni con una fava, per fare un passo in avanti in un mondo sempre più vario e interconnesso.
Nel suo discorso la vicepresidente ha puntato sulle sane aspirazioni dei giovani spronandoli ad essere ambiziosi, ad avere sogni e volerli realizzare: “Anche se posso essere la prima donna in questo ufficio, non sarò l’ultima, perché ogni ragazzina che guarda stasera vede che questo è un paese di possibilità. E ai bambini del nostro paese, indipendentemente dal sesso, la nostra nazione ha inviato un messaggio chiaro: sognate con ambizione, conducete con convinzione e vedete voi stessi in un modo in cui gli altri potrebbero non vederti, semplicemente perché non hanno mai guardato prima. E vi applaudiremo in ogni fase del percorso.”
Una volta terminata la parte ufficiale della serata e dette le cose serie si è accesa la festa, sintonizzandosi con il mood che si stava propagando in tutto il paese, con gente seriamente intenzionata a celebrare tutta notte. Parenti di tutte le taglie, grandi e piccini sono stati chiamati sul palco per godersi tutti assieme il momento di felicità con il pubblico davanti a loro a festeggiarli in sicurezza, come previsto dalle regole anti-Covid. Musica a palla, fuochi d’artificio e coriandoli scintillanti, le macchine dei supporter disposte in assetto drive-in che suonano il clacson. Un evento che visto da fuori pareva una gran festa fra amici o, come ha commendato Van Jones negli studi della CNN, “sembra un pic nic” aggiungendo “questo è un nuovo stile”.
La differenza fra i protagonisti dei festeggiamenti di ieri sera e quelli di quatto anni fa è palese e abissale. I vincitori di ieri e quelli di oggi sembrano abitanti di due pianeti diversi, distanti fa loro migliaia di anni luce. Se alla cerimonia per la vittoria di Donald Trump c’era la sua famiglia, tutta bella stirata, inamidata e messa in fila, con i Biden e gli Harris invece abbiamo visto un bel gruppone dinamico, che si comportava in modo naturale, mostrando vera gioia, stupore, semplicità nel vivere l’attimo e anche questo dice molto. Sul palco c’erano due famiglie che si divertivano e sfogavano come tutti gli altri, quelli che stavano festeggiando nelle strade americane questa giornata, che resterà nella memoria di molti.
Fonti: ABC, CBS, CNN, @KamalaHarris