Pubblicato il 8 Aprile 2021
Finisce 2 a 1 per i patroni di casa il grande match Juve-Napoli. All’Allianz Stadium di Torino a decidere sono Ronaldo (13′ primo tempo) e Dybala (28′ secondo tempo). E non basta il goal su rigore realizzato da Insigne a fine partita: i due fuoriclasse bianconeri si dimostrano decisivi.
Ma al di là delle performance dei singoli, è stata l’intera squadra juventina a scendere in campo con un ritmo e un’energia ben diversi da quelli dimostrati nelle ultime partite. Sarà perché si giocava contro un avversario storico, il Napoli, sarà perché Pirlo (vista anche la panchina non proprio solida) è riuscito a dare la carica ai suoi, sarà perché si è rivisto un Dybala che mancava da tempo. In ogni caso, la Juve vista ieri sera ha saputo dimostrare voglia di vincere, aggressività, ma anche generosità e tanta concentrazione nel gestire le ripartenze dei partenopei.
I meriti dei bianconeri vanno considerati anche alla luce di un buon Napoli, che è arrivato a Torino con la voglia di vincere, che è riuscito – nei limiti del possibile – a controllare molte fasi della partita, ma che è caduto in modo netto.
Ma la voglia di vincere di entrambe le squadre si vede dai primi minuti di gioco. Molta corsa, ritmi intensi e – nei primi minuti – già un tentativo di rete sprecato da Ronaldo, servito perfettamente da Danilo, e un tiro da dimenticare di Zielinski su assist di Lozano. Ma, dopo questi tentativi, il goal non si fa comunque attendere. Chiesa, ultimamente uomo decisivo per la squadra di Pirlo, scarta sia Hysaj che Demme e serve Ronaldo che questa volta non sbaglia, insaccando il pallone nella porta difesa da Meret. Sono passati solo 13 minuti e la Juve comanda già il match. Il Napoli prova però subito a ripartire, ma la difesa juventina c’è e Buffon è attento a tutto.
Purtroppo da qui alla fine del primo tempo il match resta segnato da due pesanti errori arbitrali. Al 34′ è il bianconero Chiesa a venire letteralmente falciato da Lozano. Il rigore c’è, ma né l’arbitro Mariani né il Var segnalano nulla. Grave. Ma al 45′ questa volta è il Napoli a protestare: Alex Sandro, saltato, ci mette il piede e abbatte Zielinski. Il direttore di gara questa volta vede e anche il Var, ma viene giudicato un episodio non sufficiente ad assegnare il rigore e Mariani fa segno di proseguire.
Nella ripresa i partenopei provano ancora a ripartire (importante l’intervento di Buffon sul tiro di Di Lorenzo) e i giocatori juventini a sfruttare tutte le azioni possibili in contropiede, anche se sciupando parecchio nel momento decisivo. Il Napoli continua a provarci, prima con Insigne (59′) poi con Fabian Ruiz (71′), ma Buffon è in partita e fa capire che non è aria.
A dare un colpo decisivo ci pensa Dybala. Entrato nel secondo tempo, a 3 mesi dall’ultima discesa in campo, vuole dimostrare di essere in forma, di essere ancora quell’elemento fondamentale dell’attacco bianconero. E ci riesce. Alla prima occasione, la Joya addomestica un pallone difficile e con il sinistro lo butta in rete (73′).
Il Napoli però non si fa abbattere e Gattuso schiera la formazione più offensiva che ha a disposizione. E qualcosa riesce a ricavare. Osimhen, allo scadere del secondo tempo e vittima di un contrasto con Chiellini. Mariani questa volta assegna il calcio di rigore, che Insigne trasforma senza problemi.
Ma non basta a cambiare l’esito del match. Finisce 2 a 1 per i bianconeri che conquistano 3 punti che ridanno solidità alla panchina di Pirlo, al futuro della Joya e che mettono virtualmente al sicuro un posto in Champions League.