Antonio Delli Paoli, considerato il killer dei Casalesi e condannato all’ergastolo, aveva fatto perdere le sue tracce lo scorso 30 dicembre, quando era uscito dal carcere per un permesso premio concesso per motivi familiari nel periodo di Natale. Da giorni era partita la caccia all’uomo, che si è conclusa ieri 15 gennaio quando le forze dell’ordine francesi hanno bloccato alcuni manifestanti davanti al Parlamento Europeo che stavano cercando di entrare. Tra questi c’era appunto Antonio Delli Paoli, detto “Pullastriello”, condannato per omicidio e ritenuto il killer dei Piccolo, clan vicino al Casalesi.
In passato il 75enne, che si è sempre dichiarato innocente, aveva presentato varie istanze di revisione sul suo caso che però erano sempre state respinte. Da qualche anno era stato declassificato e quindi non era più nel reparto di Alta Sicurezza, anzi, a Natale gli è stato concesso anche un permesso premio di 4 giorni nonostante il parere negativo della Direzione Distrettuale Antimafia e della Direzione Nazionale Antimafia.
Dopo aver lasciato il carcere di Carinola in provincia di Caserta, dove era detenuto, ha fatto perdere le sue tracce fino al 14 gennaio, quando le forze dell’ordine francesi hanno bloccato alcuni manifestanti, tra i quali proprio Delli Paoli che stava protestando per un ricorso giudizio pendente relativo al suo stato detentivo.
La Squadra Mobile di Caserta, delegata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, vuole però vederci chiaro e sta indagando poiché sospetta che qualcuno possa aver appoggiato la sua fuga. Si sospetta che Delli Paoli sia arrivato in Francia insieme a qualcuno che lo ha aiutato a superare i controlli. È stato aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, con l’accusa di favoreggiamento.
Delli Paoli è una figura nota nel mondo della criminalità organizzata napoletana, essendo considerato il killer dei Piccolo, clan rientrante nel cartello dei Casalesi. Nel 1985 subì un grave attentato, organizzato presumibilmente dal clan rivale dei Belforte. In quell’occasione rimase gravemente ferito da una fucilata al collo, ma si salvò trovando riparo in un palazzo. Quell’episodio fece scoppiare una sanguinaria lotta di camorra tra i Belforte, a quel tempo legati alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, e i Piccolo, vicini ai Casalesi e Antonio Bardellino.
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