Si arricchisce di dettagli ancora più macabri e inquietanti la tragica morte di Elena Del Pozzo, la bimba di quasi 5 anni uccisa dalla mamma Martina Patti, che ha confessato di non essere in sé quando ha agito.
La stessa madre di Elena, dopo il silenzio e le false informazioni per sviare le indagini, come riporta La Repubblica ha iniziato a raccontare e ricostruire quei drammatici momenti in cui ha ucciso la figlia: “Elena aveva già mangiato a scuola, ma ha voluto mangiare un budino e dopo ha guardato i cartoni animati dal mio cellulare. Io stiravo, in serata dovevamo andare da un amico di famiglia per festeggiare l’onomastico insieme ai miei genitori e la bambina era contenta”.
Sembrava una giornata come un’altra per Martina Patti, che era andata a prendere la piccola all’asilo, prima che la tragedia potesse materializzarsi e proprio da quel momento il buio piomba nella mente della madre che racconta: “Ho rimosso tutto, non ricordo cosa sia passato nella mia mente quando ho colpito mia figlia”. Una frase che la donna ha ripetuto meccanicamente e quasi compulsivamente dopo la confessione.
Dopo la sparizione ha addirittura inscenato il rapimento della figlia da parte di tre presunti uomini armati ed incappucciati, una storia che si è rivelata quasi subito falsa ma che comunque è stata sostenuta per tutta la notte da Martina Patti, che è crollata quando è stata accompagnata a casa per un sopralluogo della Scientifica.
Proprio in quel momento la donna, incalzata per tutta la notte dalle domande degli inquirenti, ha infine confessato l’atroce delitto e dopo aver sussurrato ad un maresciallo “vi porto da Elena” ha indicato il posto dove aveva seppellito il corpicino della piccola in 5 sacchi neri coperti da terra e cenere lavica.
In prossimità del luogo del seppellimento i militari hanno ritrovato una zappa ed una pala, usate evidentemente per seppellire il corpo della piccola, dove il medico legale ha conteggiato 7 coltellate al collo, alla spalla ed all’orecchio.
“Quando ho colpito Elena – si legge nel verbale – avevo una forza che non avevo mai percepito prima. Non mi è passato nessun pensiero in quel momento, anzi era come se fossi una persona diversa. Non ricordo la reazione della bimba mentre la colpivo, forse era ferma. Era la prima volta che portavo la bambina in quel campo, prima c’ero stata qualche volta solo per piantare asparagi. Ho l’immagine del coltello ma non ricordo neanche dove ho preso l’arma, ma ricordo che dopo ho pianto tanto”.
Nei confronti della donna potrebbe scattare l’accusa di omicidio premeditato, come ipotizzato nella conferenza stampa del 14 giugno nella sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania in piazza Giovanni Verga.
Ci sono ancora tanti punti oscuri da chiarire, a partire dal luogo dove è stata uccisa la piccola. La madre racconta di essere uscita con la piccola Elena verso le 14:30 e di aver ucciso la figlia nel campo dove è stata seppellita, ma gli inquirenti sospettano invece che l’atroce gesto si sia verificato proprio tra le 4 mura domestiche ed infatti l’abitazione è sotto sequestro in attesa di un nuovo sopralluogo della Sezione investigazioni scientifiche.
I militari hanno riferito che la donna non ha saputo spiegare il perché del suo folle gesto, ma sta prendendo quota l’inquietante ipotesi che il delitto sia stato dettato dalla gelosia nei confronti della compagna dell’ex convivente, alla quale si stava affezionando sempre di più la piccola Elena.
Gli inquirenti in una nota hanno descritto un “triste quadro familiare con due ex conviventi che, a prescindere dalla gestione apparentemente serena della figlia Elena, avevano allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un l’altro”.
Martina Patti al momento si trova nel carcere in isolamento dove è sorvegliata 24 ore su 24.
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