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La confessione di Sodano: “Renèe era ancora viva ma soffriva, le ho dato il colpo di grazia”

Durante l’interrogatorio, Christian ha parlato del litigio con Desirée, della pistola d’ordinanza afferrata mentre i toni della discussione diventavano sempre più accesi, dell’intervento della madre e della sorella che per difendere la ragazza si sono avventate contro di lui

Pubblicato il 15 Febbraio 2024

Ha ricostruito quei drammatici momenti davanti al giudice che lo ha interrogato Christian Sodano, finanziere di 27 anni originario di Minturno, autore del duplice omicidio di Nicoletta Zomparelli e della figlia Renèe Amato a Cisterna. I colpi, partiti dalla pistola di ordinanza, hanno raggiunto le sue vittime al volto.

Ha parlato del litigio con Desirée, della pistola d’ordinanza afferrata mentre i toni della discussione diventavano sempre più accesi, dell’intervento della madre e della sorella che per difendere la ragazza si sono avventate contro di lui. Ha raccontato di come la mamma della ex sia morta sul colpo mentre la sorella, appena 19 anni, fosse ancora agonizzante quando l’ha finita: “Non volevo che soffrisse”… Questo quanto detto agli investigatori della squadra mobile che lo avevano appena rintracciato a Latina, a casa di uno zio.

Da martedì sera si trova in carcere con l’accusa di duplice omicidio. La sua è stata una confessione completa e nelle prossime ore comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari per l’interrogatorio.

Il racconto dell’omicida corrisponde con quanto detto dalla sua ex, Desirèe, che è riuscita a salvarsi prima nascondendosi in bagno, poi uscendo in giardino nonostante la minaccia della pistola trovando quindi la salvezza presso il vicino distributore di carburanti dove il gestore dell’impianto l’ha messa in sicurezza e, dopo aver ascoltato il suo terribile me lucido racconto, ha allertato le forze dell’ordine.