Pubblicato il 10 Febbraio 2022
Alla vigilia della trentesima Giornata mondiale del Malato, il dott. Vincenzo Gianluca Mancuso, psicologo del Centro regionale trapianti Sicilia, esperto in procurement di organi presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa e componente dell’ufficio per la Pastorale della salute, lancia un appello affinché, in occasione di questa ricorrenza, un pensiero giunga anche a quegli ammalati in lista d’attesa per ricevere un cuore, un fegato, un polmone, un rene. La media di attesa per i trapianti in Italia è una delle più alte in Europa: si pensi, ad esempio, che per un rene un paziente attende circa tre anni. La causa principale della carenza di donatori, che porta le liste a fare i conti con tempi biblici, è una cultura della donazione assopita e intermittente, soprattutto in Sicilia.
“Più che migliorare la rete sanitaria dei trapianti che rappresenta una linea florida e all’avanguardia della chirurgia moderna – afferma il dott. Mancuso – ognuno di noi può potenzialmente salvare delle vite in attesa, esprimendo il proprio sì alla donazione che nelle sue molteplici forme è espressione autentica di solidarietà, reciprocità e altissimo senso civico”. Ci sono tanti modi per diventare donatore di organi e lo si può essere sia in vita che dopo la morte: presso gli uffici anagrafe dei Comuni al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità; compilando il modulo dell’Aido – Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule o online, se si è in possesso dello Spid o della firma digitale o presso una delle sedi dell’associazione o in quelle del Centro regionale trapianti; dal proprio medico curante, presso le Asl di appartenenza o sottoscrivendo una dichiarazione privata con data e firma; ma la cosa più importante è quella di comunicare ai familiari la nostra volontà.
“Donare sangue, organi e tessuti costituisce un atto di grande generosità – conclude Mancuso – e spesso può salvare altre vite umane, curare gravi malattie congenite e migliorare la qualità della vita di persone ammalate o sottoposte ad interventi chirurgici ricostruttivi”. “Ci tenevamo – aggiunge don Giorgio Occhipinti, direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa – a lanciare questo appello in una giornata che, per chi opera in questo ambito, nell’assistenza a chi ha bisogno e ai sofferenti, costituisce un momento di confronto importante”.