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La pesantissima accusa di Mosca: “Il figlio di Biden finanzia laboratori di armi biologiche in Ucraina”

Pubblicato il 25 Marzo 2022

Hunter, figlio del presidente Usa Joe Biden, sarebbe tra i finanziatori dei laboratori di armi biologiche in Ucraina: è l’accusa, pesantissima, lanciata dalla Russia, secondo cui, quindi, Biden junior sarebbe direttamente coinvolto nella guerra.

L’accusa è stata lanciata dal ministero della Difesa russo in seguito alle dichiarazioni di Igor Kirillov, capo della Forza di protezione chimico e biologica, che, in una conferenza stampa a Mosca, ha mostrato alcuni documenti, i quali sarebbero stati trovati durante le operazioni di guerra in Ucraina.

Secondo questi documenti, il fondo d’investimenti Rosemont Seneca Partners, presieduto da Hunter Biden, avrebbe sponsorizzato un programma di sviluppo di armi biologiche in Ucraina.

Kirillov sostiene che nel programma sarebbe coinvolto il Pentagono.

Il ministero della Difesa russo ha affermato che trenta laboratori per lo sviluppo di armi biologiche sarebbero localizzati in 14 siti in Ucraina, secondo quanto riferisce la Tass

Una specie di pretesto, secondo il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che nella conferenza stampa dopo il Summit straordinario dei capi di Stato e di governo dell’Alleanza atlantica esprime preoccupazione: “Siamo preoccupati perché vediamo che la Russia sta cercando di trovare una sorta di pretesto accusando l’Ucraina, gli Usa e gli alleati Nato di prepararsi a usare armi biologiche e chimiche. Abbiamo già visto che questo è in realtà un modo per creare un pretesto in modo tale che loro stessi possano fare la stessa cosa. E naturalmente le accuse contro l’Ucraina e gli alleati Nato sono assolutamente false”.

La dichiarazione conclusiva del vertice Nato contiene un chiaro avvertimento alla Russia riguardo al rischio che usi armi chimiche o biologiche nella guerra in Ucraina. “Qualsiasi uso da parte della Russia di un’arma chimica o biologica sarebbe inaccettabile e comporterebbe gravi conseguenze“, affermano i leader dei 30 paesi membri dell’Alleanza. “Gli ucraini – si legge ancora nella dichiarazione conclusiva – hanno ispirato il mondo con un’eroica resistenza alla brutale guerra di conquista della Russia. Condanniamo fermamente i devastanti attacchi della Russia ai civili, comprese donne, bambini e persone in situazioni vulnerabili”.

“Lavoreremo con il resto della comunità internazionale – prosegue la dichiarazione – per chiamare a rispondere i responsabili di violazioni del diritto umanitario e internazionale, compresi i crimini di guerra”.

(Fonte Rainews)