La Russa: “Se il figlio manca di rispetto a una ragazza, un genitore deve dargli un ceffone, forte”.

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“Se un genitore vede il figlio che manca di rispetto a una ragazza, penso che debba tirargli un ceffone, forte. Se lo ricorderà. Il rispetto deve partire dalle famiglie”.

Così Ignazio La Russa.

Il presidente del Senato affronta il tema dei femminicidi, dopo il brutale assassinio di Giulia Tramontano, durante L’Aria che tira su La7.

E aggiunge: “Vorrei indire una manifestazione di soli uomini per dare un segnale e far capire che c’è bisogno di prendere coscienza di questo dramma, perché è una questione di uomini. Se fossi al governo sarebbe uno dei temi che cercherei di affrontare con la maggior energia possibile”.

Ieri all’anniversario della fondazione dei carabinieri “ho detto che come minimo occorre raddoppiare il numero di carabinieri che si occupano di reati di genere da 600 a 1.200”, ha chiosato il cofondatore di Fratelli d’Italia.

Pronta la risposta delle opposizioni: “Ben venga una manifestazione di uomini contro la violenza sulle donne -commenta la dem Laura Boldrini – nella consapevolezza che bisogna sradicare la mentalità patriarcale che è alla base di questi comportamenti violenti. Ma no, La Russa, non si educano i ragazzi attraverso i ceffoni ma facendo capire che deve esserci rispetto alla base delle relazioni”.

D’accordo sulla discesa in piazza anche la radicale Emma Bonino: “Bene, io da una vita che dico che bisogna coinvolgere gli uomini, d’altra parte non siamo mica noi donne ad andare in giro con la sega elettrica per ammazzare qualcuno. Si convincessero i padri a parlare con i figli, a scendere assieme in piazza, questo sarebbe davvero un bel segnale”. E Luana Zanella, capogruppo di Alleanza verdi e sinistra alla Camera, aggiunge: “Vuole la manifestazione? La faccia”.

La Russa parla poi di Autonomia, guerra, opposizioni. E lancia frecciate agli alleati europei sul tema dei migranti: “C’è un interesse naturalmente egoistico degli altri paesi. Lo vediamo con la Francia che schiera i militari al confine: è più egoista di noi, si chiude in un bozzolo. Forse la Germania è meno egoista”.

Sulla riforma tanto cara al vicepremier Matteo Salvini non si dice contrario, ma pone dei paletti e la collega a quella del presidenzialismo voluta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Sono eletto a Milano da sempre. Capisco le ragioni della gente del Nord che chiede maggiore autonomia, non sono per nulla contrario, ma deve essere controbilanciata da uno stato in grado di poter mantenere questa autonomia. Ecco perché il rafforzamento dell’Esecutivo va di pari passo”.

Poi, le parole sul conflitto in Ucraina: “Tutte le guerre, che chi l’avvia immagina che durino una settimana, non durano mai una settimana. Io mi auguro che questa finisca presto e con la piena restituzione territoriale della parte dell’Ucraina che è stata aggredita e occupata. Vorrei che Putin capisse che non poteva aggredire un popolo innocente, che si ritirasse almeno fino a dove erano il giorno in cui ha iniziato l’aggressione. Se si vuole una mediazione, rimettiamoci in quella posizione, ma non puoi discuterne se nel frattempo i militari russi hanno occupato il Paese”.

E infine la stoccata alle opposizioni: da sinistra c’è un “pregiudizio” nei confronti del centrodestra perché si “teme che questi con noi possono essere dirompenti e ci fanno finire la festa. Noi non siamo troppo teneri col sistema di potere che negli anni la sinistra è stata capace di occupare nella vita culturale. Il loro è un timore, ma poi nei fatti non c’è nulla”.

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Redazione Nazionale

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