Pubblicato il 9 Gennaio 2021
La storia di Maria Chindamo, imprenditrice calabrese, non smette d’inquietare. Di lei non si hanno tracce dal 6 maggio 2016 e, secondo le rivelazioni di un pentito, sarebbe stata uccisa, quarantaquattrenne, per non aver ceduto un terreno a un boss. Scomparsa a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, con il corpo dato in pasto ai maiali o macinato con un trattore, secondo quanto rivelato alla Direzione Distrettuale Antimafia – Dda di Catanzaro da un collaboratore di giustizia. Viene in mente la scomparsa e l’uccisione, da parte della ‘ndrangheta, di Lea Garofalo, pur nelle differenze di situazioni e ruoli.
Al riguardo scrive Libera di Vibo Valentia – Coordinamento provinciale sulla sua pagina Facebook: “In questi giorni giungono notizie agghiaccianti sulle sorti di Maria Chindamo (foto in evidenza dalla pagina Fb della leghista Gianna Gancia, n.d.r), una donna libera e coraggiosa, un monito per tutti noi, che non è scesa a compromessi pur di salvare la propria libertà.
Anche in questo caso il nostro pensiero e la nostra vicinanza sono rivolti a mamma Pina, la madre di Maria, Vincenzo, suo fratello, e in particolare ai suoi figli: Vincenzo, Federica e Letizia.
Non sieti soli, la vostra sete di verità e giustizia, per Maria, è la nostra lotta di chi vuole liberare i nostri territori da una sottocultura che non consente ad una donna di vivere liberamente le proprie emozioni, i propri sogni e la propria vita.
A Federica, Vincenzo e Letizia diciamo: noi ci siamo, non siete soli, voi siete i figli di questa Calabria libera e bella come vostra madre Maria.”
Sottolinea Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia ed esponente del Movimento Cinquestelle: “Vedete questo volto? Questo sorriso? (indicando la sua foto, n.d.r.). Sono quelli di Maria Chindamo, scomparsa per lupara bianca nel 2016. Sconfiggere le mafie significa restituire fiducia nel domani a chi sorride in questo modo, significa impedire che un tuo vicino di proprietà possa ucciderti solo perché non gli svendi la tua, significa rispettare le persone senza vilipendere addirittura i cadaveri. Per le tante Maria che potremmo ancora salvare, facciamo in modo che la lotta alle mafie, tutte, divenga il primo obiettivo di una qualsiasi politica democratica a tutela dei diritti delle persone, in particolare delle più fragili. A partire dalla Calabria, a partire dal contrasto alla ‘ndrangheta.”
Così si pronunciava invece lo scorso dicembre Vincenzo Chindamo, fratello di Maria, nella sua pagina Fb: “La scomparsa di una persona cara è un’assenza viva, che chiede di essere ritrovata per dare pace a quell’inquietudine che avvolge di sofferenza chi l’aspetta e continuerà ad aspettarla. Maria Chindamo non è “solo” scomparsa. Maria è stata fatta scomparire a un anno dal suicidio del marito, mentre si occupava di coltivare la sua azienda agricola. Una scomparsa che si macchia di sangue, di crimine, di lupara rosa, di un territorio malato di criminalità. Penelope (l’associazione dedicata alle persone scomparse, n.d.r.) non dimentica. Io non dimentico. 12 dicembre: Giornata Nazionale per Le Persone Scomparse”.
Maria Chindamo: dalla pagina Facebook di Vincenzo Chindamo.