Pubblicato il 19 Giugno 2024
Saman che gioca, abbraccia e scherza con la madre: un video proposto dal TgR Rai e mostrato durante il processo di primo grado per sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere. Il video è ancora più inquietante poiché la giovane pakistana solo 5 giorni dopo sarebbe stata uccisa dalla sua stessa famiglia. Condannata all’ergastolo proprio Nazia Shaheen, la madre della giovane latitante per 3 anni e catturata alla fine di maggio scorso. La donna ha dato la sua approvazione all’estradizione in Italia e potrebbe partecipare al processo d’appello previsto in autunno.
Il video dell’abbraccio di Saman alla madre
Il video è stato girato nell’azienda agricola di Novellara, dove gli Abbas lavoravano e vivevano. Come si vede nel video Saman parla amabilmente con la madre, scherzando con lei e abbracciandola, in un clima apparentemente disteso e sereno. Il video risale al 25 aprile 2021 e 5 giorni dopo la 18enne sarebbe stata uccisa.
Le immagini lasciano interdetti anche perché queste scene di serenità familiare sono state registrate dopo il ritorno a casa di Saman, precedentemente trasferita in un comunità protetta dopo che lei aveva denunciato i genitori che volevano costringerla ad un matrimonio forzato.
La ragazza era tornata a casa per riprendere i documenti per sposare Saqib Ayub, anche lui pachistano, ma non accettato dalla famiglia Abbas poiché apparteneva ad una casta più bassa. A questo punto le ipotesi degli inquirenti sono due: la famiglia Abbas non aveva ancora premeditato l’omicidio, oppure volevano tranquillizzare Saman e convincerla a restare a casa, fingendo una presunta accettazione del suo matrimonio con Saqib.
Omicidio di Saman, spunta un video inedito: la giovane che abbraccia la madre fuori dalla casa di Novellara, cinque giorni prima di essere uccisa. Il punto di Milo Infante.
Rivedi la puntata su #RaiPlay ▶️ https://t.co/gp4giH7SeJ#ORE14RAI2 pic.twitter.com/1wBudX4Cmw— ore14rai2 (@ore14rai2) June 17, 2024
Il processo
Nel processo di appello sono stati condannati all’ergastolo Nazia e il marito Shabbar Abbas, che ha più volte cambiato la versione dei fatti parlando anche di una spedizione punitiva finita male. Dopo la sentenza è stata presentata una richiesta d’appello, in cui si chiede la condanna di tutti e 5 gli imputati: non solo i genitori di Saman, ma anche lo zio Danish Hasnain, condannato a 14 anni di detenzione, e dei cugini Ikram Ijaz e Noumanoulhaq Noumanoulhaq, che invece sono stati assolti.
Nel processo di primo grado non si è escluso che possa essere stata proprio la madre Nazia l’esecutrice materiale dell’assassinio della figlia, ma si punta a chiarire meglio il ruolo di tutte le persone presenti al momento del delitto. Saranno analizzati ancora più approfonditamente i tabulati telefonici e i video della sorveglianza per ricostruire quell’agghiacciante delitto.
In un primo momento i giudici avevano escluso la premeditazione, ma alla luce dei nuovi elementi potrebbero rivedere la loro posizione. Anche il movente potrebbe essere rivisto: inizialmente gli inquirenti pensavano che Saman era stata uccisa perché si era opposta al matrimonio forzato con un cugino molto più grande di lei. Nel processo di primo grado però l’accusa ha insistito sul fatto che invece Saman sia stata uccisa per impedirle di sposare il suo fidanzato, cioè Saqib, con il quale aveva una relazione seria.