Pubblicato il 2 Maggio 2022
Un duro colpo per le sale giochi Lan ed Esport sta per arrivare da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Quest’ultima infatti ha effettuato un sequestro per tutti questi punti vendita in Italia, che non potranno affiancare i videogiochi al loro servizio di negozio o bar.
Una mazzata dopo circa sei lustri e la causa
Una stangata che arriva circa trent’anni dopo questo tipo di servizio sbarcò in Italia, con le postazioni dedicate al gioco noleggiate ed evolute nel corso degli anni con il passaggio dal giovo individuale a quello collettivo grazie alla connessione con i computer attraverso la rete Lan in un’unica stanza, con gare spesso divertenti sia con amici che con perfetti sconosciuti. Un qualcosa che in seguito ha portato ai Lan Party, che duravano diverse ore, e alle gare negli Esports.
La motivazione principale che ha portato alla chiusura ha origini fiscali ed è dovuta a un esposto che è stato presentato da Sergio Millesi, imprenditore nel settore delle sale giochi, sale slot, biliardi, patron della catena Jovyvillage e amministratore delegato di Led srl. Nel documento infatti l’imprenditore ha fatto presente una certa somiglianza tra le apparecchiature installate nei suoi negozi e quelle che si trovano nelle sale Lan ed Esport, al quale è stato anche allegato un simulatore di guida.
I tre punti principali e la normativa
Per prima cosa è stata notata una differenza, ovvero che le sale giochi conosciute per il proprio senso del termine sono “sottoposte a normative stringenti per evitare che apparecchi installati in locali pubblici possano essere utilizzati per l’esercizio illegale di gioco d’azzardo”, e che nelle sale Lan “risultano installati dei semplici pc e consolle collegati on line, dove anche utilizzatori minorenni possono utilizzare tali attrezzature senza nessun controllo e regolamentazione”. La seconda cosa è che i prodotti per l’intrattenimento casalingo sono “messi a disposizione in locali aperti al pubblico a pagamento agli utenti, mascherando il costo di tale servizio nel puro noleggio dell’attrezzatura e non nell’uso del gioco”. Il terzo e ultimo aspetto è secondo Millesi che “tali simulatori di guida sono molto simili ad apparecchi che la nostra società, sostenendo onerosi costi, nel rispetto delle norme è obbligata a omologare tramite gli enti preposti per poi permetterne l’installazione e l’uso in locali dediti al gioco lecito». Tutto ciò porterebbe quindi a «un’elusione delle normative vigenti“. Così sono stati posti i sigilli a tutte queste apparecchiature poste all’interno di queste sale, ma non sono mancate chiaramente le risposte da parte dei titolari. Per esempio dall’Esport Palace di Bergamo è stato sottolineato come le norme siano risalenti a trent’anni fa, “come i giochi di adesso siano gestiti online su dei server dei publisher per essere soltanto riprodotti su Pc” e soprattutto come questi giochi digitali come gli Esport siano anche gestiti dal Coni. Non sono mancate imprecazioni da parte della Pc Teklab Gaming di Milano, che attraverso un post pubblicato su Instagram con tanto di foto in cui si gioca con un iMac in Apple Store ha detto: “Noi lo ringraziamo per aver pensato a noi per primi… Nel suo esposto… Lo ringraziamo per averci fatto ribaltare i locali… Ma lo ringraziamo ancora di più per quello che ne seguirà”.
I problemi di natura fiscale
Ma da un punto di vista fiscale l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha sottolineato come nel mese di aprile sia stata fatta un’equiparazione tra tutte le macchine da gioco e le sale Lan ed Esport, cosa che porterà queste ultime a essere autorizzate con omologazione, certificazione e pagamento Imposta sugli Intrattenimenti. Adesso la stessa Agenzia dovrà chiarire il tutto nel giro dei prossimi 90 giorni, con riferimento soprattutto allo scenario normativo e al fatto che le sale si svuotano sempre di più. Senza dimenticare il fatto che in Francia Macron vorrebbe inserire gli Esport nelle Olimpiadi di Parigi del 2024.
Fonte immagine: web