Pubblicato il 21 Maggio 2021
Il quartiere di Ponticelli, in uno dei momenti più bui della sua storia, si ritrova meno solo. Al suo fianco è sceso ieri don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, che ha celebrato messa nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, poco distante dal luogo dove sono esplose le bombe che hanno sconvolto il quartiere. Sono stati arrestati 3 attentatori autori del lancio della bomba dell’11 maggio, ma la faida di camorra sembra tutt’altro che finita.
Nella sua omelia don Battaglia ha citato don Milani, Martin Luther King e Giovanni Falcone come esempi di libertà e di lotta contro i soprusi e le violenze. “L’omertà uccide– ha tuonato Battaglia dall’altare- la prima mafia è quella dell’indifferenza. Denunciate e non rassegnatevi a chi piazza le bombe sotto le vostre case. Ci si inginocchia solo davanti a Dio”.
La Chiesa scende in campo nella guerra contro la camorra, ma don Battaglia invoca anche l’intervento e la presenza dello Stato: “Chiedo ad alta voce a tutte le istituzioni di stare vicino alla gente, ascoltarla, seguirne ogni passo. Non bisogna tagliare le spese sociali, almeno non prima di aver risanato quelle ferite aperte che rischiano di trasformarsi in cancrene sociali, che la camorra userà per i suoi scopi.
La politica deve dimostrare che lo Stato c’è ma con la presenza delle forze dell’ordine, a cui va la nostra più profonda gratitudine per il servizio e l’impegno profuso. Lo Stato deve dimostrate di esserci realmente con investimenti che creano occupazione, lavoro e benessere sociale ed economico”.