Pubblicato il 26 Maggio 2022
Anche la fidanzata Silvia Zani, una delle figlie della ex vigilessa uccisa nel bresciano, ha confessato l’omicidio della madre.
Dopo quella di Mirto Milani, quindi, cade un altro muro, confermando le accuse degli inquirenti e svelando tutto l’orrore.
Laura Ziliani è stata trovata morta l’8 agosto 2021,dopo 3 mesi dalla sua scomparsa. Il fidanzato della figlia aveva ammesso il delitto martedì scorso, dopo 8 mesi di carcere. Ora è arrivata anche la confessione della figlia maggiore della vittima, anche lei in carcere. Nuovamente interrogata la figlia minore. Confermato il movente economico: volevano appropriarsi dei beni della Ziliani.
I FATTI PRIMA DELLA CONFESSIONE
Le indagini hanno stabilito che la 55enne ex vigilessa amante della montagna, vedova dal 2012 – quando suo marito Enrico Zani muore travolto da una valanga – è stata uccisa la sera del 7 maggio. La mattina successiva alle 12 le due figlie Silvia e Paola – della terza, Lucia, totalmente estranea ai fatti, parleremo dopo – fanno una sollecita denuncia di scomparsa ai carabinieri: raccontano che la madre era uscita presto di mattina per una escursione nei boschi vicini e che avrebbe dovuto rientrare entro le 10 per andare con loro all’isola ecologica a portare dei vecchi mobili. Le due sorelle, 27 e 19 anni, vivevano assieme in un appartamento di Temù, nel Bresciano, mentre la madre viveva con Lucia in un altro. Le due ragazze ipotizzano che la madre abbia avuto un incidente durante l’escursione, così partono le ricerche, i boschi vengono setacciati ma niente. Le due, sui social e in tv, si mostrano disperate e fanno appelli per ritrovare la madre. Agli investigatori, in interrogatori sempre più pieni di incongruenze, raccontano di aver visto la madre parlare al cellulare la mattina alle 7, ma quel cellulare risulta spento dalla sera prima e verrà poi trovato sotto una panca in cantina.
Passano tre mesi, è l’8 agosto – le due figlie e Mirto Milani sono già iscritti nel registro degli indagati – quando una piena del fiume Oglio riporta il corpo di Laura Ziliani, a poche centinaia di metri da casa sua. A trovarlo è un bambino che sta passeggiando con suo padre. Addosso ha soltanto slip e canottiera, è irriconoscibile se non per gli orecchini e una cisti sotto il piede, bisogna aspettare l’analisi del Dna per la conferma. Il 23 maggio era stata ritrovata una delle scarpe da camminata della donna in un altro punto del bosco, e a inizio giugno i suoi abiti – gli stessi che le figlie avevano descritto – e l’altra scarpa in un altro punto. Ma il 25 maggio un residente di Temù aveva detto ai carabinieri di aver visto Mirto e Silvia addentrarsi nel bosco, proprio dove poi vengono ritrovati i vestiti. Tutti tentativi goffi di depistare le indagini, spostando l’attenzione lontano dal punto dove la donna era stata portata.
Il 22 luglio i tre si presentano in caserma e consegnano i cellulari, che però sono stati resettati alle impostazioni di fabbrica. La scusa data dalla sorella più grande è di non voler mostrare suoi video intimi con il fidanzato e che si scoprisse che si era iscritta a un sito di scambisti, la scusa della minore è di non voler far leggere i messaggi che provano la relazione clandestina con il fidanzato della sorella. Paola, al telefono con una amica, dirà di essere preoccupata da quello che sarebbe potuto saltare fuori dai computer sequestrati, sostenendo che Mirto aveva fatto ricerche su come commettere omicidi e che lei e la sorella si erano iscritte a un canale Youtube chiamato “Truecrime”.
La ricostruzione fatta dagli inquirenti dice che la sera del 7 maggio la donna viene prima stordita con benzodiazepine probabilmente assunte con una tisana: un flacone pieno per un terzo di tranquillante verrà ritrovato nell’appartamento dove le due ragazze vivono con Mirto Milani. A procurarsi il farmaco potrebbe essere stata Silvia, dipendente di una casa di riposo. Una vicina di casa racconterà che a metà aprile Laura Ziliani le aveva confidato di essere stata male dopo una cena in famiglia, tanto da dormire per 48 ore consecutive: potrebbe essere stato il primo tentativo di ucciderla. Lo faranno la sera del 7 maggio: quando la donna è ormai priva di sensi viene soffocata.