Pubblicato il 24 Aprile 2023
É lecito bere sul posto di lavoro? Secondo l’Alta Corte di Murcia sì, soprattutto se consumata in un contesto di caldo estremo. La curiosa e bizzarra vicenda viene dalla Spagna, dove un elettricista è stato licenziato dalla sua azienda con l’accusa di consumare in continuazione alcol sul lavoro. Secondo la ricostruzione l’uomo avrebbe bevuto un giorno addirittura 3 litri di birra.
Il magistrato però l’ha pensata diversamente dall’azienda e così non solo ha ordinato il reintegro del lavoratore, ma ha disposto a sua favore anche il risarcimento di 47.000 euro.
Il pedinamento dell’elettricista
I fatti, riportati dal Guardian, risalgono all’estate del 2021, quando l’azienda decise di mettere alle costole dell’elettricista, con oltre 27 anni di servizio alle spalle, un investigatore privato per raccogliere prove sul suo eccessivo consumo di alcol durante le ore lavorative.
Secondo l’investigatore l’uomo, durante le giornate lavorative, si fermava più volte nei bar della zona a bere birra, mentre in altre occasioni acquistava intere confezioni di birra per portarsele dietro nel furgone.
La lettera di licenziamento, risalente al 5 settembre 2021, accusa l’uomo di aver ordinato un drink alle 8:27 del mattino, anche se non è stato possibile stabilire se fosse alcolico o meno.
Nella stessa giornata l’elettricista avrebbe acquistato 4 lattine di birra San Miguel all’ora di pranzo e poco dopo una bottiglia di un litro di birra Estrella de Levante. Infine, verso le 18:30, avrebbe comprato un’altra birra prima di rientrare in azienda.
Secondo il detective l’uomo con altri 2 colleghi avrebbe consumato oltre 7 litri di birra in una mattinata, più un paio di lattine di Heineken nel pomeriggio, per un totale di 3 litri a testa, più un bicchiere di brandy.
L’azienda ha così motivato le cause del licenziamento: “Un consumo ripetuto ed eccessivo di alcol durante il lavoro che mette in pericolo la sua incolumità e quella dei colleghi”.
La clamorosa decisione del giudice che ribalta tutto: “Voleva solo rinfrescarsi”
L’Alta Corte di Murcia ha annullato il licenziamento, spiegando che non ci fossero segni evidenti che attestassero l’ubriachezza dell’uomo, dal momento che il detective non ha fornito alcune prove che dimostrassero segni di goffaggine nei suoi movimenti.
Il consumo di alcol non avrebbe quindi influito sulle sue capacità fisiche e mentali, né tanto meno avrebbe inciso negativamente sul suo lavoro. La Corte ha quindi stabilito il reintegro del lavoratore, nonché un risarcimento di 47.000 euro.
Il giudice però è andato oltre e ha spiegato che l’azienda non ha tenuto conto del fatto che a Murcia l’estate è torrida e sfiora i 40°, quindi la birra serviva solo per rinfrescarsi e dissetarsi.
Il giudice ha così motivato la sua sentenza: “L’uomo ed i colleghi hanno bevuto insieme, in modo più o meno sano, quando stavano anche mangiando e avevano bisogno di rinfrescarsi”. Una spiegazione in un certo senso singolare, considerando che è noto che l’alcol non toglie la sete ma, essendo un diuretico, fa perdere acqua e quindi aumenta la sete, ma che ha salvato il posto di lavoro all’elettricista amante della birra.