E’ possibile che una azienda a forte partecipazione statale mandi a casa 60 persone, personale sanitario, in un periodo come quello che stiamo attraversando? Evidentemente si, data che da oggi, 60 autisti di ambulanza dell’Ares 118 saranno lasciati senza contratto.
Assunti, tramite agenzia interinale, durante la prima ondata del covid, tra febbraio ed aprile 2020, sono stati formati da Ares, indossando le divise dell’azienda e combattendo giornalmente anche con quel virus che, soprattutto nella prima ondata, ha fatto una carneficina tra coloro che erano impegnati in prima linea…
Ebbene, da oggi queste persone, che sono andate avanti con proroghe di contratti finché sono servire, non servono più. Non servono perché nel frattempo, esattamente il mese scorso, è stata approvata la graduatoria del concorso indetto proprio da Ares per gli autisti di ambulanza.
“Una scelta quella dell’azienda – fanno sapere in una nota – che non è attaccabile dal punto di vista legale e giuridico, ma che mette in grossa difficoltà 60 famiglie dopo che, per un anno, abbiamo lavorato col pericolo che tutti conosciamo…
Una scelta che cancella l’esperienza che abbiamo maturato sul campo e che costringerà ora, la stessa azienda, a spende altri soldi pubblici per la formazione del nuovo personale…”
E’, ma, il concorso è il concorso: “E di questo ne siamo pienamente consapevoli – ci confessa uno degli autisti – ci mancherebbe. Chi ha vinto il concorso ha diritto a quel posto.
Noi chiediamo solo di poter continuare a prestare il servizio, magari con un’altra veste, altre mansioni. Magari potremmo essere confermati a tempo determinato, come accaduto a tutta una serie di infermieri sono stati assunti dopo di noi e che hanno ottenuto la proroga del contratto; il tutto nonostante ci sia una graduatoria aperta dei vincitori di concorso dell’ospedale Sant’Andrea”.
“Vorremmo solo – conclude – non essere buttati via, perché in questo momento sarebbe una perdita per la sanita regionale, oltre che una perdita di lavoro per tutti noi. In un momento storico così difficile ci vuole coraggio a mandare 58 persone a casa”.
Tra l’altro, sempre l’Ares prevede un piano assunzioni per 300 barellieri, e magari in quell’ambito potrebbero trovare spazio queste figure, e la loro professionalità, maturata nel momento storico più difficile per la sanità pubblica italiana.
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