La chiesa e la religione sono da sempre strumenti di propaganda della camorra. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Teodoro De Rosa hanno contribuito in maniera determinante a fare luce sul binomio clan- funzioni religiose. Esempi di questo binomio sono le feste organizzate per celebrare i santi e la Madonna e le questue, per chiedere il “pizzo” a commercianti e condomini.
De Rosa rivela che la suocera di tre importanti boss dell’”Alleanza di Secondigliano”, Patrizio Bosti, Francesco Mallardo ed Eduardo Contini, “avrebbe le chiavi delle chiese; si sono fatti anche appuntamenti di camorra in queste chiese: una volta io stesso ho accompagnato Patrizio Bosti per un appuntamento con Giuseppe Ammendola nella chiesa di San Giovanni e Paolo. Il fatto risale a quando accompagnavo Bosti a firmare”.
Anche le questue per la Madonna dell’Arco, secondo le parole del pentito, vengono organizzate “già parecchi mesi prima della festa canonica, che cade intorno a Pasqua. i condomini sono costretti a iscriversi all’associazione religiosa e per questo pagano una quota fissa; poi, devono versare la questua in occasione di ogni processione. Allo stesso modo, i commercianti versano sia la quota fissa sia all’associazione religiosa sia la questua in occasione del singolo rito.
Inoltre, ciascun referente di zona ha una cappella votiva “e i soldi raccolti vanno alle famiglie del mafioso di riferimento della cappella. Per cui capita che una singola processione faccia più soste dinanzi a diverse cappelle e così raccoglie il denaro destinato alle diverse famiglie mafiose a cui sono riferibili le singole cappelle votive”.
A questo si aggiunge che “le bandiere da usare durante le processioni che recano i nomi delle varie famiglie camorriste sono conservate nelle chiese, gestite dai preti”.
Ovviamente sulla vicenda è intervenuto in maniera dura e puntuale anche il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli. Il politico, sui suoi canali social, non ha usato mezze parole per denunciare le affermazioni sconcertanti del De Rosa: “È una deriva criminale alla quale deve essere messa la parola ‘fine’. La chiesa deve intervenire e dare un forte segnale contro i clan che controllano interi territori, lì dove oltre al fenomeno degli altarini che celebrano boss e criminali, gestiscono anche feste patronali e cortei di devozione ai santi.
La Chiesa deve dire di no a tutto questo anche al costo di rinunciare in alcuni casi a celebrazioni e feste e respingere in modo netto le generose offerte dei boss“.
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