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Mascherina ffp2

protezioni sul lavoro

Le protezioni respiratorie sul lavoro non sono tutte uguali

Pubblicato il 27 Aprile 2023

Tutti noi dal 2020 a oggi siamo stati costretti, purtroppo, a conoscere discretamente bene alcuni dispositivi di protezione per le vie respiratorie. In diversi ambienti lavorativi è però necessario da tempo conoscere a fondo i dispositivi adatti a ogni situazione. In alcune circostanze i lavoratori possono trovarsi in ambienti a rischio come luoghi in cui sono presenti sostanze pericolose allo stato aeriforme, come le polveri o i gas, oppure luoghi in cui non è presente la necessaria quantità di ossigeno: si tratta di circostanze in cui è necessario utilizzare degli appositi apparecchi di protezione delle vie respiratorie (APVR).

Questi dispositivi proteggono i lavoratori coprendo il viso in modo parziale o totale a seconda del livello di protezione offerto dallo strumento.

La dotazione ai dipendenti dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie appropriati ai rischi individuati nell’ambiente lavorativo è un obbligo del datore di lavoro. Inoltre, egli deve garantire un’adeguata formazione dei lavoratori in merito all’utilizzo di dpi, attuando anche le dovute misure di prevenzione dei rischi.

Le diverse tipologie di dpi per le vie respiratorie

Come analizzato dall’interessante guida di Lyreco, esistono diversi tipi di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, da adottare a seconda dei rischi presenti nell’ambiente di lavoro. Innanzitutto, bisogna distinguere tra i respiratori a filtro, che depurano l’aria da una serie di sostanze inquinanti presenti in determinate concentrazioni, e i respiratori isolanti, che invece proteggono dagli inquinanti e dall’insufficienza di ossigeno nell’aria.

I respiratori a filtro a loro volta si distinguono in diversi modelli, tra cui i dispositivi facciali filtranti o le semimaschere filtranti, come le maschere monouso dotate o meno di valvole di espirazione per la protezione degli inquinanti sotto forma di particelle.

Infine, ci sono anche le maschere pieno facciali, con una visiera che protegge anche gli occhi, filtri di varie tipologie e valvole di espirazione e inspirazione.

I filtri delle maschere e delle semimaschere possono proteggere da gas, polveri o sostanze inquinanti combinate, con una classificazione specifica che identifica il tipo di dispositivo, la capacità filtrante e la sostanza filtrata dal dpi delle vie respiratorie.

Per esempio, le maschere pieno facciali di classe 1 sono indicate per un impiego leggero a temperature standard, mentre quelle di classe 3 per utilizzi gravosi alle alte temperature e richiedono un’accurata manutenzione, come nel caso delle maschere usate nelle attività contro gli incendi.

I respiratori isolanti separano le vie respiratorie del lavoratore dall’ambiente esterno, mettendo a disposizione dell’operatore una miscela di aria o gas respirabile, solitamente contenuta in un recipiente a pressione. Tra questi DPI si possono distinguere i respiratori isolanti autonomi, a loro volta suddivisi in:

  • Respiratori con sistema a circuito aperto, dove l’aria espirata viene dispersa nell’ambiente;
  • Respiratori con sistema a circuito chiuso, dove l’aria espirata viene invece ricondotta all’utilizzatore dopo essere stata resa nuovamente respirabile.

I respiratori isolanti non autonomi, invece, sono caratterizzati da una fonte di alimentazione esterna che fornisce aria respirabile. Questa è chiaramente di provenienza esterna all’ambiente di lavoro e può essere prelevata in un luogo distante dall’area contaminata (semplice aria fresca) o aria compressa respirabile (resa adeguata con un processo specifico). Quest’aria può essere talvolta resa disponibile all’utilizzatore con l’aiuto di un motore che supporta lo sforzo respiratorio.

Come scegliere la giusta classe di protezione dei dispositivi respiratori

In base alla sostanza pericolosa e alla sua concentrazione, è necessario individuare la giusta classe di protezione dei dpi delle vie respiratorie.

Quando tale sostanza è composta da particelle in forma liquida o solida la scelta ricade su dispositivi filtranti che possono essere:

  • Facciali filtranti, noti anche come mascherine monouso, che sono suddivisi in classi di protezione FFP1, FFP2 e FFP3. Entrando nello specifico, le FFP1 sono adatte in presenza di particelle fini e polveri con una concentrazione superiore al valore limite di esposizione per quella sostanza (TLV) e inferiore a 4 volte tale limite. Le FFP2 vengono impiegate per le particelle fini e tossiche con una concentrazione tra 4 e 10 volte il TLV, mentre le FFP3 per le particelle con una concentrazione tra 10 e 30 volte il TLV;
  • Maschere pienofacciali e semimaschere con i relativi filtri per particolato suddivisi in classe P1, P2 e P3.

Tali maschere e semimaschere vengono utilizzate anche in caso di esposizione a gas e vapori ma con dei diversi tipi di filtri opportunamente identificati con lettere e codice colore.

I filtri combinati sommano le prestazioni sia dei filtri antigas sia dei filtri antipolvereproteggendo quindi sia da particolato che da gas e vapori.

I fattori di rischio non possono essere desunti a priori, ma vanno sempre individuati attraverso apposite analisi dei rischi, un obbligo del datore di lavoro per determinare contro quali pericoli proteggere i lavoratori e quali dpi utilizzare per garantirne la salute e la sicurezza.